ANDRIA - I fatti risalgono a mercoledì scorso, ma ha prevalso la scelta di mantenere il silenzio nei giorni in cui Andria ha dovuto fare i conti con il gravissimo episodio di femminicidio. Una scritta minacciosa è comparsa sul cancello dell’Officina San Domenico di Andria, in pieno centro storico. “Comandiamo noi” è quanto apparso nella stessa serata in cui la città si stringeva in piazza Catuma per la giovane donna andriese vittima del marito, ovvero nella serata di mercoledì 29 novembre. Ma non è tutto. Oltre alla scritta, gli stessi “ignoti” hanno lanciato alcuni oggetti all’interno dell’Officina e hanno fatto anche irruzione all’interno con il chiaro scopo di ribadire quel messaggio riportato sul cancello d’ingresso.
A denunciare il fatto è stato il gruppo politico Andria Bene in Comune, a sostegno dell’attuale amministrazione comunale. «La riapertura dell’Officina San Domenico è stata uno dei primi risultati ottenuti da questa amministrazione, nella piena convinzione del ruolo fondamentale che quello spazio può ricoprire per Andria, non solo come luogo di cultura ma anche come presidio di sicurezza in una zona del centro storico che si ritrova ad affrontare molteplici sfide quotidiane - si legge nella nota -. Da quando il Laboratorio Urbano cittadino ha riaperto i battenti, soprattutto grazie agli sforzi ed all’impegno di CapitalSud APS (l’associazione che lo gestisce) migliaia di cittadini andriesi sono tornati a popolare quell’area della nostra città, partecipando a numerose iniziative di carattere sia culturale che sociale. Sono mesi, però, che i ragazzi di CapitalSud denunciano e segnalano furti ed episodi di violenza da parte dei giovani, spesso minorenni, che stazionano nella piazza antistante il Laboratorio Urbano. Senza ricevere, per altro, alcuna risposta risolutiva a riguardo da parte di chi è preposto alla sicurezza del nostro territorio».
Secondo Andria Bene in Comune, dunque, chi dovrebbe assicurare sicurezza sul territorio non avrebbe dato le risposte attese. «La frase “Comandiamo noi” - si legge ancora - altro non è che l’ennesimo tentativo di prevaricazione di una certa parte (minoritaria) della nostra Città, ai danni di tutto il resto della cittadinanza. L’Officina San Domenico, invece, è patrimonio di tutti gli andriesi e non possiamo permettere a nessuno di imporre alcunché o di comandare su un luogo che, al contrario, è pubblico. Crediamo sia arrivato il momento di dimostrare il nostro sostegno fermo ed incondizionato alle ragazze ed ai ragazzi di CapitalSud, aiutandoli a sottrarre l’Officina San Domenico e tutto il Centro Storico dagli abusi di chi non vuole una Città inclusiva e vivibile». Per questo motivo è stato organizzato per questa sera alle 19 un incontro in via Sant’Angelo dei Meli, ovvero negli spazi antistanti l’Officina. L’obiettivo è “riprendere” «simbolicamente e fisicamente lo spazio antistante il Laboratorio Urbano» trasformandolo «in un luogo di incontro e confronto», conclude la nota.