BAT - È partita da Andria la giornata nel Nordbarese del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Arrivato nella scuola Cafaro dell’istituto comprensivo Verdi-Cafaro di Andria ha assistito alla proiezione in anteprima del cortometraggio intitolato «Alza la testa», realizzato dagli studenti e le studentesse della scuola impegnati con i docenti in un lavoro di contrasto alla dipendenza da smartphone dei più giovani e contro il cyberbullismo.
Ad accogliere Piantedosi sono stati la prefetta della Bat, Rossana Riflesso, la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, il vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi, la dirigente Grazia Suriano e una rappresentanza del consiglio di istituto della scuola.
«La missione della scuola è educare i ragazzi a un mondo migliore. La scuola non è accessoria a temi della sicurezza e della legalità ma ha» con essi un «rapporto primario perché incrocia i principali protagonisti della comunità che sono in età della formazione».
«L'affermazione legalità non è fine a se stessa ma è intimamente legata al vivere civile - ha continuato Piantedosi - Al di fuori del concetto di legalità ci sono prevaricazione, sopruso, violenza: c'è il crimine. E la dispersione scolastica è direttamente proporzionata ai percorsi di vita che seguono dinamiche criminali, che negano la legalità e rapporto col prossimo. L'impegno del Governo per rendere evidente» il ruolo della scuola si vede «in contesti come quello di Caivano - ha aggiunto - per dimostrare che assieme alle attività delle forze di polizia sono importanti le attività della scuola che come ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella, è il primo presidio della legalità».
Spostatosi poi a Barletta, è iniziata in Prefettura a Barletta la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. All’incontro partecipano la prefetta Rossana Riflesso, il capo della polizia di Stato Vittorio Pisani, i capi delle Procure di Bari, Trani e Foggia- Roberto Rossi, Renato Nitti e Ludovico Vaccaro, i vertici dei comandi provinciali dei carabinieri, colonnello Massimiliano Galasso, della guardia di finanza, il colonnello Pierluca Cassano, della questura Roberto Pellicone, il presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Bernardo Lodispoto e i primi cittadini dei tre comuni capoluogo: la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, il sindaco di Barletta Cosimo Cannito e Amedeo Bottaro, sindaco di Trani.
RADICALIZZAZIONE ATTINGE DA SACCHE EMARGINAZIONE
«Se il terrorismo, se la radicalizzazione si nutrono anche di fenomeni di emarginazione" che derivano anche dalla «immigrazione incontrollata, può succedere che questo legame si crei». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine del comitato per l'ordine e sicurezza pubblica che ha presieduto in Prefettura a Barletta, rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto se crede ci sia un nesso tra terrorismo e immigrazione irregolare, o se chi arriva qui si radicalizza successivamente.
«La storia che ci riguarda sui flussi provenienti dal Mediterraneo centrale o comunque dal Mediterraneo, testimonia che tendenzialmente c'è una sorta di poca convenienza dei terroristi a mettersi sui barconi, perché hanno risorse per arrivare da qualche altra parte», ha continuato il titolare del Viminale spiegando che «non c'è dubbio che l’immigrazione intensa, adesso non voglio dire incontrollata, incontrollabile nelle modalità che si è manifestata in questi anni, espone a rischio di radicalizzazione successiva per un motivo molto semplice e su questo non voglio introdurre ragionamenti su chi teorizza che dovremmo aprire le braccia a tutti, ma c'è un tema di sostenibilità, che dimostra proprio questi casi».
Per Piantedosi «gli arrivi di persone che poi finiscono in un cono d’ombra di una vita fatta di emarginazione, di assenza di possibilità di accedere a una vita come le immaginavano o la sognavano, aumentano il rischio di radicalizzazione».
Questo però «non è un fenomeno come dire aritmetico, matematico» ma «è un dato di fatto», ha proseguito il ministro sottolineando che questo avviene «non per una propensione fisiologica dello straniero rispetto all’italiano» ma perché "c'è un tema» legato all’aumento delle «fasce di emarginazione attraverso processi migratori non sostenibili dal punto di vista dell’integrazione».
RINFORZI IN POLIZIA: IN ARRIVO NELLA BAT 50-60 AGENTI
«In attesa di una progressiva ricostituzione degli organici dello Stato» sarà messo a disposizione del territorio della Bat «un contributo dato dalle strutture centrali della Polizia di Stato. E poi vedremo anche se delle altre forze di polizia». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine del comitato per l'ordine e sicurezza pubblica che ha presieduto in Prefettura, a Barletta, dopo essere stato nella scuola «Cafaro» di Andria in cui ha visto un cortometraggio contro il bullismo.
«Sin da subito metteremo delle risorse» in termini di personale «da Roma, dalle strutture investigative centrali, quelle che hanno funzione di coordinamento - ha aggiunto - come il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, per esempio». «Metteremo a disposizione una capacità investigativa da Roma per affrontare sin da subito il problema» criminalità sul territorio.
Il deficit di organico nelle forze di polizia nel territorio della Bat «si è cronicizzato ed è talmente tale che merita un’accelerazione rispetto alla spalmatura» di personale «a livello nazionale». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine del comitato per l’ordine e sicurezza pubblica che ha presieduto in Prefettura a Barletta.
«Consentitemi, non è propaganda: il nostro Governo, a cominciare dalla legge di bilancio dell’anno scorso - ha ricordato Piantedosi - ha postato delle risorse in bilancio per cui già da quest’anno, c'è un’inversione di tendenza» e «in questa provincia arriveranno diverse decine» tra le «cinquanta, sessanta unità di personale di polizia in più, tra le tre forze di polizia» che però «non bastano per colmare il gap che obiettivamente abbiamo registrato». «Voglio anticipare - ha aggiunto Piantedosi- che rispetto alle esigenze soprattutto di natura investigativa-giudiziaria che sono state rappresentate in maniera univoca dai vari procuratori, c'erano il procuratore capo della Dda di Bari oltre ai due procuratori competenti (Trani e Foggia, ndr), creeremo delle squadre di approfondimento investigativo a disposizione dell’autorità giudiziaria locale».
Altra tappa del ministro, quella a Mola di Bari, dove si è recato per inaugurare il centro polisportivo della Città dei ragazzi dove vengono accolti minori a rischio devianza e in condizioni di disagio.
«L'importanza di prendersi cura del prossimo è fondamentale perché serve a tutta la società, questo è un messaggio che riguarda anche chi ha missioni istituzionali».
«Quanto ai ragazzi recuperati - ha detto Piantedosi - padre Giuseppe mi ha dato una percentuale alta, quasi la totalità». «La Polizia - ha aggiunto - ha l’ambizione di tutelare la nostra società, dando riferimenti valoriali dove non ci sono». E parlando dell’accordo tra le Fiamme oro e il centro polisportivo, il ministro ha sottolineato che «il gruppo sportivo della polizia porta nelle palestre delle legalità, come quelle che ci saranno qui, grandi istruttori. Chissà che tra qualche anno troveremo qui qualche medagliato olimpico».