BISCEGLIE - Il diritto di critica, espressione a sua volta della libertà di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantita, non lesivo dal punto di vista morale ed entro i limiti posti dall’ordinamento a tutela delle libertà altrui nonché coordinato con altri interessi degni di pari tutela costituzionale, deve ritenersi consentito anche a chi opera all’interno dell’Amministrazione comunale e che non perde, per ciò, la propria qualità di cittadino, come tale libero di esprimere il proprio dissenso rispetto ad eventuali criticità dell’azione amministrativa.
A ribadire, in sintesi, tali principi è stato il Tribunale di Trani (Sezione Lavoro) con sentenza n. 974 /2022 avente per oggetto una “sanzione disciplinare conservativa” sfociata nella controversia tra il Comune di Bisceglie, in persona del sindaco pro-tempore, e di una dipendente comunale (difesa dall’avv. Libero Monterisi) in qualità di ricorrente. Il giudice dott. Luca Caputo ha accolto il ricorso dichiarando illegittima (per l’effetto nulla) la sanzione disciplinare che era stata irrogata alla ricorrente, su segnalazione del sindaco, circa alcuni commenti critici “postati” nel social network di Facebook. Inoltre il giudice ha rigettato la domanda di risarcimento dei danni ma ha condannato il Comune di Bisceglie al pagamento delle spese processuali (circa 700 euro).
Il Comune si è costituito in giudizio mediante l’Avvocatura comunale (che aveva richiesto il rigetto del ricorso) motivando che il provvedimento sanzionatorio aveva alla base “commenti offensivi espressi sul conto del primo cittadino e dell’amministrazione comunale non disconosciuti dalla stessa ricorrente… e che sembrano oltrepassare l’ambito del legittimo esercizio del diritto di critica”.
Sul caso interviene l’avv. Dario Galantino. “È inconcepibile, nel 2023, pensare di poter zittire la popolazione sfruttando la propria posizione, forzare la mano per far eseguire un provvedimento disciplinare assurdo ad una dipendente comunale scrivendo palesi bugie: i commenti, così come affermato in sentenza, non sono stati fatti sul profilo del sindaco Angarano e, soprattutto, non hanno alcun contenuto offensivo”. A sostenerlo è l’avv. Galantino per il gruppo ‘Bisceglie sportiva - Difendiamo Bisceglie’. Secondo Galantino “il Tribunale ha sancito una vittoria della Cultura ed una sonora sconfitta del pensiero retrogrado del padre-padrone”. Egli poi sottolinea: la dipendente comunale è la stessa che, a fronte di un sonoro diniego al versamento per il rinnovo del Kit di firma digitale, di vitale importanza per il lavoro dell’ufficio, è stata costretta ad anticipare le somme ed a chiedere il rimborso con altra procedura giudiziale”. “Quest’ultima vicenda e quella del procedimento sono costate somme alle casse comunali e, di conseguenza, di tutti i biscegliesi, per un capriccio di chi si trova al vertice – conclude Galantino -sarebbe utile, ora che la sentenza è diventata definitiva e non più appellabile, che il sindaco chiedesse scusa e si accollasse tutte le spese. Anche se non verrebbe comunque cancellato l’affronto al sacrosanto art. 21 della Costituzione”.