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Trani, progetto «Costa Sud»: espropri contestati dai proprietari

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, progetto «Costa Sud»: espropri contestati dai proprietari

Il progetto per la Costa sud di Trani

Pende un ricorso innanzi al Tar, ma è possibile che si arrivi ad un accordo comune

Mercoledì 04 Ottobre 2023, 12:24

TRANI - «Costa sud - Passeggiata a levante» finisce al centro di un ricorso al Tar di sette cittadini, il Comune si costituisce in giudizio, ma forse a quel giudizio non si arriverà mai perché le interlocuzioni sono in corso e il dialogo potrebbe fare approdare ad un componimento bonario del controversia che si prospetta.

L’argomento è quello dei lavori previsti dall’amministrazione comunale per la messa in sicurezza e completamento del sentiero pedonale che dal lido Matinelle conduce al ponte Lama. Per realizzare quest’opera, finanziata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per 2.454.000 euro, di cui 1.691.000 euro per lavori, sarà necessario penetrare in molte proprietà esistenti lungo quel sentiero. Infatti, negli anni le mareggiate hanno considerevolmente eroso la falesia e gran parte del camminamento esistente, per recuperare il quale serve acquisire terreno dalle residenze dei privati.

Alcuni proprietari hanno accettato di buon grado la procedura espropriativa in corso, altri invece ritengono che quello che si sta facendo sia fondamentalmente non corretto o, quanto meno, sproporzionato rispetto a quello che l’opera pubblica potrebbe effettivamente prevedere, creando così una possibile sperequazione tra le esigenze della collettività e quelle dei privati che si vedono privare di parti ritenute importanti delle loro proprietà. Senza dimenticare le paventate, negative ricadute ambientali di cui gli stessi avevano già riferito in una precedente nota legale, anticamera del ricorso al Tar.

Nel ricorso proposto in nome e per loro conto dall’avvocato Pietro Quinto, del Foro di Lecce, notificato al Comune di Trani lo scorso 27 settembre 2023, si chiede l’annullamento di una serie di provvedimenti: la delibera di consiglio comunale del 14 giugno 2023, con cui si è approvato il progetto di opera pubblica in variazione al Piano urbanistico generale attraverso la dichiarazione di pubblica utilità preordinata all’esproprio; ogni atto connesso presupposto e consequenziale; la delibera di giunta del 21 giugno 2023, con cui l’esecutivo ha approvato il primo stralcio funzionale del progetto definitivo; gli atti di validazione del progetto definitivo e di quello esecutivo; la determina dirigenziale del 29 giugno 2023, di approvazione del progetto esecutivo ed indizione della gara per i lavori; il bando di gara del 29 giugno 2023 e la determinazione dirigenziale del 29 luglio 2023 di aggiudicazione dello stesso sotto riserva.

L’avvocato Michele Dionigi, del Foro di Bari, che nel frattempo lo scorso 6 settembre aveva ricevuto l’incarico di supporto legale nella procedura espropriativa con riferimento a questo progetto del Pnrr, a questo punto è stato indicato anche come il legale che dovrà difendere il Comune di Trani presso il Tar nella costituzione in giudizio che il segretario generale Angelo Lazzaro, in quanto dirigente dell’Area contenzioso, ha già determinato.

Allo stato, però, appare comune la sensazione circa il fatto che i tempi della giustizia amministrativa saranno troppo lunghi rispetto alla necessità che invece l’opera proceda, per non incorrere nella perdita del finanziamento ottenuto dal Comune di Trani.

Peraltro, a ben guardare, va anche detto che al ricorso proposto non è connessa l’istanza cautelare e, pertanto, l’iniziativa giudiziaria dei sette proprietari terrieri espropriandi parrebbe soprattutto finalizzata a non fare decadere il termine dei 60 giorni oltre i quale l’azione legale non sarebbe stata più possibile.

In altre parole la finestra sul giudizio resta aperta, «ma ciò non preclude di influire su un dialogo, già in corso, per il bonario componimento delle diverse posizioni - precisa l’avvocato Dionigi -. Pertanto, vista la non imminente decisione del Tar, si è avviato e si proseguirà un rapporto dialogico fra le parti».

Tale interlocuzione, ove approdasse a conclusioni condivise, eviterebbe che la causa finisca realmente nelle aule della giustizia amministrativa. Quindi, se da una parte vi è il ricorso proposto e dall’altra la costituzione in giudizio, nel mezzo vi è un dialogo che si spera conduca al migliore risultato possibile per entrambe le parti.

I ricorrenti, come detto, punterebbero ad una rimodulazione del progetto, probabilmente stralciando parti delle loro proprietà dallo stesso. A sua volta il Comune propende al dialogo, onde evitare che le richieste della parte attrice, qualora supportate da ragionevoli motivazioni, siano foriere dell’alea di un giudizio che vedrebbe l’ente soccombente.

Diplomazie all’opera dunque, ma allo stato i lavori difficilmente potranno partire. Pertanto quella che si profila nell’immediato, più che una «passeggiata a levante», pare una partita a scacchi tendente alla patta, ad un certo punto della quale i contendenti potrebbero alzarsi dal tavolo e stringersi la mano, così che quei lavori partano davvero.

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