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Andria, quattro bombe in quattro mesi tra silenzi e timori

 
Aldo Losito

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Aldo Losito

Andria, quattro bombe in quattro mesi tra silenzi e timori

Esplosioni e domande in città. La stagione degli ordigni sembra essere ritornata

Mercoledì 14 Giugno 2023, 13:01

ANDRIA - Quattro bombe in quattro mesi. Ad Andria è tornata prepotentemente la “stagione delle bombe”. In realtà si tratta di un problema mai del tutto svanito in città, ma sicuramente attenuatosi negli ultimi anni. Il bilancio di quest'ultimo periodo, è abbastanza preoccupante, perché quel che emerge è solo la punta di un iceberg molto più complesso e radicato sul territorio. Le ultime esplosioni hanno contribuito ad accrescere il clima di paura e terrore, nel tessuto imprenditoriale e commerciale andriese.

Paura e terrore, però, che non scalfiscono minimamente la cultura reticente ai confini dell’omertà che regna in città.

GLI ULTIMI CASI - Le ultime quattro esplosioni hanno riguardato esercizi commerciali e un’abitazione. Tutti presumibilmente segnali di avvertimento a chi non accetta di adeguarsi al “pizzo”. Ordigni di fabbricazione artigianale, che potrebbero essere stati messi dalla stessa mano criminale. Quella criminalità locale che probabilmente è tornata a battere con più insistenza sul racket, riportandolo a stretta attualità.Il mercato della droga è sempre più contrastato dalle forze dell'ordine, così come sono state bloccate le operazioni dei sequestri lampo dalla squadra mobile della Questura Bat. Per i criminali, quindi, la via più facile ed immediata per fare soldi torna ad essere quella delle estorsioni. Un problema che tiene sotto schiaffo l'intero settore produttivo della città, già fortemente provato dai due anni di pandemia.

DENUNCE ASSENTI - Basta fare un giro nel solo centro cittadino, per percepire la paura in cui si ritrovano ad operare gli esercenti commerciali. Paura, però, che contrasta con la totale assenza di denunce, nonostante le quattro esplosioni registrate negli ultimi mesi. Eppure di minacce agli esercenti e agli imprenditori ne arrivano con grande costanza. Nessuno rompe il muro del silenzio, non tanto per la mancanza di fiducia nelle istituzioni, quanto per le “conseguenze” che potrebbero essere pagate a seguito di una denuncia, non sentendosi adeguatamente tutelati e protetti dallo Stato. Anzi, ci sarebbe anche chi preferisce andare a “trattare o negoziare” la propria posizione con la criminalità, piuttosto che rivolgersi alle forze dell'ordine. E poi, ci sarebbe anche chi ha

intenzione di alzare bandiera bianca e cedere l'attività, perché stanco delle continue minacce.

L’ALLARME - Di fronte a questo scenario abbastanza inquietante, anche l'azione della Polizia si complica, per la totale assenza di denunce. Mettere nero su bianco è il timore principale che vivono gli imprenditori e i commercianti.

Paura che potrebbe essere vinta se la denuncia diventasse collettiva e magari coordinata dall'associazione anti racket che opera sul territorio regionale.In questa maniera ci potrebbe essere un forte impulso alle indagini, che comunque la Squadra mobile sta svolgendo con grande impegno e attenzione, nonostante il cronico problema della mancanza di personale. Impulso che potrebbe arrivare anche e soprattutto dalle istituzioni, rimaste in silenzio, di fronte al propagarsi del “male”. Più se ne parla, più si alza la soglia di attenzione su una problematica che angustia Andria da sempre.

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