BARLETTA - A leggere le “Linee programmatiche di mandato 2022-2027” all’esame e approvazione oggi in Consiglio, il Cannito-bis rilancia fortemente la politica di tutela e valorizzazione dell’ambiente. Purtroppo la realtà dei fatti appare diversa dalle linee di mandato, se è vero - come è vero - che a Barletta si continuano a tagliare alberi e spazi a verde. Premessa necessaria per introdurre la notizia che ieri mattina sono entrate in azione le seghe elettriche che hanno tagliato i tronchi degli alberi ad alto fusto che insistevano sul terreno ex Eni in viale Cafiero, dove l’Amministrazione comunale ha previsto un parcheggio. «Un boschetto di pini eucalipti e altri alberi che davano respiro alla martoriata zona a ridosso delle mura di San Cataldo - denuncia Luisa Filannino di Italia Nostra sezione di Barletta - una zona che tutti i cittadini di Barletta a gran voce chiedono che diventi un polmone verde, una cinta verde intorno alla città. E invece l’Amministrazione di Barletta prima, con il progetto denominato “La sfida del borgo” e l’Eni poi, hanno deciso di sacrificare a parcheggio asfaltato».
«Come tutti sanno - spiega Filannino - quella è una zona da bonificare, ma l’Eni, proprietaria dei terreni, a fronte di una bonifica totale che avrebbe comportato costi molto elevati, ha chiesto e ottenuto tutte le autorizzazioni per eseguire una bonifica che comporterà l’impermeabilizzazione dell’area. Di conseguenza, si creerà una zona dove non si potranno piantare più alberi: si potrà solo creare un parcheggio asfaltato, senza perciò quel polmone verde di cui Barletta avrebbe tanto bisogno».
Di qui alcuni interrogativi: «Come sia possibile che, a fronte di un vincolo paesaggistico del 1974 che insiste sull’area, che la Regione e la Soprintendenza di Foggia e la Provincia Bat abbiano autorizzato l’abbattimento di alberi sani e la realizzazione di un tale progetto. Chiediamo anche perché il Comune di Barletta non si sia opposto a questo scellerato progetto». «Chiediamo - conclude Luisa Filannino - altresì di sapere se è mai possibile che, per il futuro di un’area così importante dal punto di vista logistico e ambientale, l’Amministrazione comunale non abbia ritenuto opportuna la consultazione dei cittadini, che di quell’area sono i primi fruitori».