TRANI - Il periodo non collegato è durato due mesi e mezzo, per fortuna molto meno di quanto si temeva. La Locanda del giullare ieri sera ha riaperto e, con essa, si è tornata a respirare un’aria di piena integrazione e condivisione in un’attività della ristorazione della quale sono parte integrante persone con disagio. Com’è noto, il «Ristorarte» di piazza Mazzini era stato ufficialmente inaugurato il 22 aprile, proponendo sul territorio della Bat un modello fino a quel punto inesistente: portare avanti un’attività di ristorazione qualificata impiegandovi anche persone affette da disagi di carattere fisico o mentale, ma che non per questo non possano svolgere mansioni di cucina o sala, o addirittura salire su un palchetto ed esibirsi dal vivo, oppure sgattaiolare fra i tavoli disturbando scherzosamente i commensali. Per tale motivo erano stati formati adeguatamente prima dell’apertura del locale e si erano poi progressivamente immedesimati in un mestiere che avevano imparato a svolgere ed amare.
Più nel dettaglio, il progetto nasce grazie ad un finanziamento della Regione Puglia all’interno del bando “Puglia sociale in”, cofinanziato dalla fondazione Banco di Napoli e dalla stessa cooperativa. I fondi hanno consentito l’acquisto di arredi e attrezzature del precedente conduttore dell’attività, grazie ai quali si è offerta un’occasione di lavoro e integrazione a persone ai margini della società. «Ma è anche una sfida culturale al territorio - spiega Cinzia Angarano - presidente della cooperativa Promozione sociale e solidarietà, che organizza anche il festival “Il giullare“ contro tutte le barriere -. Da noi non si viene solo per mangiare, ma anche vivere un’esperienza complessiva di cibo, cultura, arte, inclusione, integrazione».
I 16 ragazzi di Trani e Bisceglie che lavorano nella locanda sono stati formati dall’Istituto alberghiero “Aldo Moro” di Trani, con lezioni di cucina e gestione della sala. Al termine del percorso formativo tutti i ragazzi corsisti sono stati assunti con dei turni di lavoro. Il locale, con cucina a vista, ha una cinquantina di coperti. La Locanda del giullare era partita davvero forte grazie alla prorompente novità del messaggio. Da lì a poco, progressivamente, erano sorti problemi legati non tanto ad un calo del gradimento della clientela, quanto piuttosto all’assenza di uno chef e di un responsabile di sala che, insieme, coordinassero tutto quanto.
Così il 16 agosto, poco dopo la conclusione del festival, la cooperativa comunicava che la locanda si sarebbe fermata fino a quando non ci si sarebbe riorganizzati in maniera strutturalmente più consolidata. I due mesi e mezzo sono serviti per tirare una linea su ciò che era stato fatto, conservare tutte le cose buone (e sono state davvero tante), cancellare quelle meno riuscite e ripartire, oggi, con uno chef ed un responsabile di sala finalmente disponibili, nonché un personale complessivamente rimasto immutato e viepiù motivato. La Locanda del giullare ha finalmente riaperto ieri, sabato 29 ottobre, con il primo atteso menù della nuova stagione: la clientela, fra i primi, ha potuto scegliere tra fusilli raguttati con sugo di cicale, calamarata di cozze e vongole, mezze penne al forno; fra i secondi ci si è potuti orientare fra pescatrice imporchettata, arrosto di capocollo con patate e rosmarino, pesce al forno con olive. Domani serata speciale Halloween con numerose attrazioni, per poi proseguire la marcia di avvicinamento verso le feste di fine anno ed una notte di capodanno che sia anche l’occasione per brindare ad un progetto di grande coraggio e che merita di crescere sempre più.