TRANI (BAT) - Dal 22 aprile 2022 al 19 agosto 2022: quattro mesi intensi, ma soltanto quattro mesi. E, così, «La locanda del giullare» già si ferma. «Si tratta di una pausa», precisano dalla cooperativa Promozione sociale e solidarietà che gestisce il locale, ma è uno stop che difficilmente si sarebbe potuto prevedere quattro mesi fa, quando l’attività fu avviata con tanto entusiasmo sia da parte dei protagonisti, sia da parte di addetti ai lavori e avventori.
La locanda del giullare, conosciuta anche come «Ristorarte», è un locale situato in piazza Mazzini che ha preso il posto di una precedente osteria grazie ad un finanziamento regionale. Il progetto ha consentito di rilevare l’attività inserendo al proprio interno persone con disagio, da affiancare al vero proprio personale di cucina e sala, in modo da presentare alla clientela un progetto di piena integrazione.
Nel locale c’è anche una pedana per l’esibizione degli stessi ragazzi che lavorano in sala, o in cucina, per trasformarsi anche in artisti al momento opportuno, così da rompere gli schemi e rendere ancora più unica l’esperienza dei commensali.
In ogni caso il servizio offerto è di qualità, il cibo di ottimo livello e dalla locanda chiunque è uscito soddisfatto per il tempo trascorso ed il trattamento ricevuto.
Con il passare delle settimane, però, i primi nodi sono venuti al pettine: da una parte il calo della clientela dopo l’iniziale curiosità collettiva; dall’altra quello del personale. Tutti i ragazzi inseriti nella struttura hanno firmato dei contratti, ma alcuni di loro si sono presi delle pause più lunghe del previsto e, soprattutto, è venuto a mancare lo chef, che pure all’inizio c’era e pareva essersi legato mani e piedi alla locanda.
Così non è stato e da allora è iniziata la ricerca di un nuovo profilo, che ancora non si è conclusa. Si è supplito a quell’assenza con tanta buona volontà e sacrificio fino a quando è terminato il festival il Giullare, organizzato dalla stessa cooperativa e che ha visto la locanda sempre al centro delle attività e manifestazioni realizzate.
Chiuso il Giullare, però, si ferma anche la locanda e Cinzia Angarano, presidente della cooperativa, spiega esattamente quello che è successo: «La nostra locanda non è semplicemente un luogo dove si fa ristorazione (anche se il mangiare ne è una parte essenziale) – scrive sulla pagina social dell’attività -, ma fin da subito lo abbiamo inteso come un’esperienza di conoscenza, confronto, scambio con la bellezza della diversità e dell’imperfezione. Purtroppo, però, coniugare il mondo della ristorazione con l’idea di un progetto di inclusione sociale non è impossibile, ma neanche semplice. Da più parti abbiamo sentito, capito e compreso – prosegue Angarano - che la ristorazione è in difficoltà perché non c’è più personale (e qui si potrebbero aprire molte riflessioni), ma anche perché vive di una serie di malesseri congeniti. Nonostante diverse manifestazioni di attenzione e vicinanza al nostro progetto da molti esperti del settore, fin da subito abbiamo avuto difficoltà che ora non siamo più in grado di gestire. E allora abbiamo deciso – conclude - che al momento la locanda fa una pausa per ricostruire e ripartire meglio e più forti di prima con i suoi splendidi dipendenti, le famiglie e quanti, non solo in linea di principio, vorranno condividere con noi questo percorso».
Dunque, si tira una riga e si riprende fiato. Nel frattempo attiverà uno chef ma, soprattutto, si faranno delle scelte chiare e di campo. Nella nuova locanda ci sarà spazio per chi nel progetto crederà davvero, perché per portarlo avanti serve stare tutti sulla stessa barca e remare dalla stessa parte.