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Barletta, fiere, sagre e feste: siamo alla fame

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Barletta, fiere, sagre e feste: siamo alla fame

I fieristi-ambulanti della Bat sono oltre 200 e chiedono sostegni e di poter lavorare in sicurezza

Venerdì 21 Maggio 2021, 11:05

Barletta - «Siamo ormai ridotti alla fame, più tardi ripartiamo e più fatica faremo». È un pianto geco per gli ambulanti di feste patronali, sagre e fiere che, a causa della crisi legata al Covid e alle misure per il distanziamento, stanno subendo da oltre un anno e mezzo contraccolpi pesanti sui loro bilanci.

Sono definiti fieristi ma, in realtà, sono commercianti ambulanti che, durante fiere, sagre. feste patronali ed eventi tradizionali, vendono prodotti tradizionali di alta gastronomia ed arte dolciaria, torroni ed articoli per ricorrenze. Si tratta di quasi duemila fieristi specializzati in Puglia (quasi 200 nella provincia BAT) e di un indotto di milioni che ruota attorno a questi eventi.
Per loro, dicevamo, il 2020 e buona parte del 2021 hanno rappresentato un periodo di forte crisi, a causa della cancellazione di numerosi appuntamenti che ha inciso negativamente sui bilanci delle aziende del settore.

Se il mondo del commercio infatti, seppur con qualche timore, ha accolto con favore la road map di riaperture, tra chi organizza sagre e fiere a farla da padrone è il malumore: il Governo Draghi infatti ha deciso di fissare la data di apertura delle fiere e degli eventi all’aperto al 1 luglio 2021. Una vera e propria mazzata per un settore, come quello delle sagre e feste patronali, che per forza di cose raccoglie nella stagione estiva la gran parte dei propri introiti.

Gli appuntamenti Nel Nord Barese, d’altra parte, da Barletta (festa della Madonna dello Sterpeto) ad Andria San Riccardo e Madonna dei Miracoli), da Trani (San Nicola il Pellegrino) a Bisceglie (Santi Martiri Mauro, Sergio e Pantaleone), da Canosa (San Sabino a Minervino Murge (San Michele Arcangelo), da luglio a settembre sono diversi gli appuntamenti (feste patronali soprattutto) che attirano gente e turisti, mettendo in moto un meccanismo che interessa ambulanti, ristorazione e alberghi.

Le attività degli ambulanti-fieristi, in realtà, pagano lo scotto di non essere considerate essenziali anche se, dietro le loro imprese, ci sono famiglie che vivono unicamente di questo. «Ci sentiamo ormai allo stremo - dicono alcuni di essi -. È una mortificazione continua, dopo un anno di stop ci vengono riservati ristori da miseria».

Eppure, nonostante il malumore diffuso, uno spiraglio si sta aprendo proprio in queste ore, sia per quanto riguarda i fondi regionali, 4 milioni di euro, che per la possibilità di una ripartenza a breve. «Sì, è vero - conferma Savino Montaruli, presidente di CasAmbulanti e responsabile tecnico del Settore feste e fiere - proprio nei giorni scorsi abbiamo completato il documento unitario, coordinato dalle associazioni di rappresentanza (CasAmbulanti, Fiva Confcommercio, Anva Confesercenti, Movimento Impresa, Afi, Ana Ugl e Fivag Cisl), con il quale abbiamo formulato le proposte congiunte alla Regione sia in relazione alle procedure per il riconoscimento del fondo di 4 milioni di euro a favore della categoria sia per la ripartenza delle manifestazioni, con regole che siano sovrapponibili a quelle già previste per i mercati. Ciò consentirebbe una ripartenza più celere, seppur in condizioni di precauzione fino alla fine della pandemia».

Sui 4 milioni di euro regionali, anche la consigliera regionale del M5S Antonella Laricchia ha depositato una richiesta di audizione in commissione Turismo e Sviluppo economico sugli strumenti di sostegno alle imprese del settore Ambulanti e a quelle del settore fieristico e per conoscere lo stato delle procedure di definizione dei protocolli per le feste patronali e gli eventi all'aperto.

«Le imprese del settore Ambulanti, dalle Fiere alle feste patronali, oramai da un anno, sono fortemente penalizzate alla luce della impossibilità di lavorare con continuità - dichiara Laricchia - viste le sospensioni di mercati settimanali, fiere e feste patronali, per l’appunto, a causa della pandemia. Nell'ultimo bilancio sono stati stanziati ben 4 milioni per sostenere un contributo una tantum a fondo perduto per gli ambulanti itineranti fieristi che nell'anno 2020 abbiano registrato un calo di fatturato di oltre il cinquanta per cento rispetto all'anno 2019, demandando però la distribuzione ai Comuni. Ci risulta però che gli operatori del settore non abbiano ancora ricevuto nessun contributo. Per questo ho chiesto l’audizione in IV Commissione degli Assessori Delli Noci e Bray, dell’Anci e di una serie di rappresentanti della categoria che meritano risposte, non solo sullo stato di avanzamento dell'iter per i ristori con i 4 milioni approvati in legge di Bilancio, ma anche sulle procedure di definizione dei protocolli per le feste patronali e gli eventi all'aperto.

«Siamo convinti - prosegue il presidente di CasAmbulanti, Savino Montaruli - che la nuova condizione generale di allentamento delle misure restrittive ma anche il conforto che giunge dal mondo scientifico rispetto alla scarsissima possibilità di contagio nei luoghi all’aperto, possa essere volano di fiducia e di ripartenza di queste storiche e tradizionali manifestazioni che portano economia ma anche flussi turistici e movimentazione di persone nel nostro territorio. In questa ottica il ruolo di sindaci, responsabili della salute pubblica nei rispettivi Comuni, sarà fondamentale per sostenere la ripresa di questa forma di commercio strettamente collegata alle cerimonie religiose tradizionali».

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