Bari - Resta in carcere Antonio Tannoia, andriese, 55 anni, proprietario della masseria in contrada Bortuido (Andria) dove venerdì scorso la Squadra mobile di Bari, al termine di una perquisizione disposta dalla Procura di Lecce, ha scoperto un vero e proprio arsenale. Il sospetto è che le armi fossero nella disponibilità dell’ex gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis, in carcere con l’accusa di corruzione in atti giudiziari in concorso con il noto avvocato penalista barese Giancarlo Chiariello, anche lui in cella con la stessa accusa. Sospetto - quello della reale proprietà delle armi - corroborato dalle dichiarazioni spontanee rese dall'imprenditore agricolo dopo la perquisizione.
Tannoia è indagato per detenzione illegale di armi e ricettazione (alcune delle armi ritrovate, da guerra e comuni, sono risultate clandestine, senza matricola, di provenienza delittuosa). La misura cautelare a suo carico è stata disposta dal gip del Tribunale di Trani Ivan Barlafante, su richiesta della Procura, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto in flagranza di reato. Davanti al gip Tannoia si è avvalso della facoltà di non rispondere, riservandosi di fornire la sua versione fatti ai magistrati salentini titolari del fascicolo. Ma in sede di dichiarazioni spontanee ha già riferito agli agenti che le armi non erano sue: il locale in cui sono state ritrovate era nella disponibilità del giudice De Benedictis, la cui passione per le armi è molto nota negli ambienti giudiziari.
LA DIFESA DEL GIUDICE: STA MALE - «E' irriconoscibile. Chiederemo che venga sottoposto d’urgenza ad un visita medico-legale di parte perché temiamo per la sua salute». Lo riferiscono i legali dell’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis, detenuto nel carcere di Lecce dal 24 aprile nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte scarcerazioni di pregiudicati in cambio di mazzette di denaro. Questa mattina i legali di De Benedictis, Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone, hanno avuto un colloquio in carcere con il proprio assistito, al termine del quale hanno ravvisato la gravità dello stato psico-fisico in cui l’ex giudice si troverebbe, confermato a loro dire anche dal medico del carcere. «Non riesce a toccare cibo - racconta l’avv.Schirone -. Non è stato in grado neppure di sostenere il colloquio, di fornirci un benché minimo contributo. Non è presente e non risponde ad alcuno stimolo. Si è lasciato andare. Nelle prossime ore chiederemo una perizia medico-legale perché il timore per la sua salute è davvero molto alto».
Nelle prossime ore il gip del Tribunale di Lecce Giulia Proto deciderà sulla richiesta di arresti domiciliari avanzata dai due legali al termine dell’interrogatorio di garanzia di De Benedictis le cui dimissioni dalla magistratura sono state accolte dal Csm.