Barletta, viola coprifuoco e aggredisce poliziotto per evitare sanzione: arrestato
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Verso Bari-Palermo: ecco l'arbitro
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All’alba
06 Aprile 2021
Detenzione e traffico di sostanze stupefacenti e armi comuni da sparo e da guerra sono i reati contestati, a vario titolo, ai sette arrestati oggi a Trani dai carabinieri nell’ambito dell’operazione «Knockout» coordinata dalla Dda di Bari. Stando alle indagini, il gruppo avrebbe sfruttato l’abitazione di Gennaro Romanelli, incensurato e padre di uno dei presunti sodali, Salvatore, per detenere grossi quantitativi di droga e armi, in parte nascoste sotto un fasciatoio per neonati. Gli accertamenti sono partiti il 13 aprile 2019, dopo l’arresto dei Romanelli perché trovati in possesso di circa 4 kg di hashish e marijuana, di un giubbotto antiproiettile, un revolver ed una mitraglietta da guerra con il relativo munizionamento. E’ coinvolta nell’inchiesta anche la moglie di Salvatore, Debora Lupo. Le indagini hanno consentito di individuare a casa Romanelli il deposito della droga da cui un’altra indagata, Luisa Capogna, la prelevava mettendola a disposizione dei pusher (Armando Presta e Emanuele Sebastiani, ritenuti vicini al clan Carbone-Gallone di Trinitapoli, e Luca Soldano, quest’ultimo incaricato anche di provvedere alle spese legali dopo gli arresti di due anni fa). Quattro dei sette arrestati sono finiti in carcere (Capogna, Presta, Salvatore Romanelli e Sebastiani) e gli altri tre agli arresti domiciliari (Lupo, Gennaio Romanelli e Soldano).
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