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Gianpaolo Balsamo
12 Gennaio 2020
CANOSA - È il pianto lamentoso e inconsolabile di alcuni amici colpiti dal dolore a rompere il silenzio di una maledetta notte di sangue e disperazione. Da dimenticare. Erano da poco trascorse le due quando uno schianto terribile, violentissimo, ha disintegrato la vita di Giuseppe Caliendo, 26enne di Canosa (Bt), morto sul colpo dopo essere sbalzato all’esterno dell’abitacolo della Kia «Picanto» nera sulla quale viaggiava.
Cosa sia successo nessuno, per il momento, può confermarlo. Forse la velocità, forse una disattenzione, forse un maledetto imprevisto. Qualunque sia stata la causa, però, quella che si è consumata la scorsa notte, l’ennesima sciagura stradale che ha distrutto una giovane vita. L’incidente sul quale stanno indagano i carabinieri, è avvenuto alla periferia di Canosa, all’altezza dell’incrocio tra via Imbriani e via Murgetta. L’auto, guidata dal giovane canosino, ha impattato violentemente contro lo spigolo di un edificio. In gran parte del paese si è avvertito un vero e proprio boato e c’è chi ha pensato all’ennesima bomba scoppiata in piena notte. Giuseppe Caliendo è stato sbalzato fuori e per lui non c’è stato nulla da fare.
Sul posto, oltre ai carabinieri, sono intervenuti anche i vigilanti della «Vegapol» che hanno dato manforte ai militari per delimitare l’intera zona dagli amici di Giuseppe e dai tanti curiosi che si sono riversati in strada. Per un'assurda coincidenza, anche il fratello del 26enne canosino, Gabriele Caliendo, nel 2006 rimase vittima di un altro incidente stradale.
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