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L'inchiesta continua
Massimiliano Scagliarini
11 Settembre 2019
TRANI - La presidenza del Consiglio dei ministri chiederà i danni ai magistrati accusati di far parte del cosiddetto «Sistema Trani». Stamattina, nell’udienza preliminare che si apre a Lecce davanti al gup Cinzia Vergine, l’Avvocatura dello Stato si costituirà parte civile nei confronti dell’ex gip Michele Nardi, dell’ex pm Antonio Savasta e del giudice Luigi Scimè (tuttora in servizio), i primi due accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, oltre che – a vario titolo – di concussione, millantato credito, estorsione, truffa aggravata e minacce, mentre Scimè risponde «solo» di corruzione in atti giudiziari.
I pm Roberta Licci e Giovanni Gallone hanno chiesto il processo per dieci persone tra cui, per il momento, non figura Flavio D’Introno, l’imprenditore che rappresenta la figura chiave della vicenda: il 46enne coratino, un poliedrico personaggio che continua a frequentare locali vip e resort di lusso (gli stessi in cui ha raccontato di aver portato a proprie spese Nardi e Savasta), ha confessato di aver pagato oltre due milioni di euro per cercare (invano) di salvarsi dai suoi problemi giudiziari, e il suo racconto ha consentito di far scattare gli arresti di gennaio. Ora, in questo troncone, potrà anche lui costituirsi parte civile e chiedere i danni, ma bisognerà capire l’orientamento della Procura nei suoi confronti (D’Introno resta indagato): se intenderà optare per un patteggiamento, oppure se chiederà il processo al termine dell’inchiesta che non è ancora conclusa e che in queste settimane è andata avanti con ulteriori accertamenti e riscontri.
Savasta, che ha confessato parlando per ore durante l’incidente probatorio e che per questo ha ottenuto gli arresti domiciliari, dovrebbe chiedere il giudizio abbreviato così da assicurarsi uno sconto di pena. Viceversa Nardi, che non ha mai aperto bocca ed è rimasto in carcere, opterà per il dibattimento ed ha già chiesto l’annullamento della proroga della custodia cautelare che scadrà comunque il 10 ottobre (salvo che non intervenga prima il rinvio a giudizio, nel qual caso ci sono ulteriori sei mesi). E’ in carcere anche l’ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, anche lui accusato – con Nardi, Savasta e l’avvocato barese Simona Cuomo (attualmente sospesa dalla professione) – di associazione per delinquere. Scimè dovrebbe optare per il giudizio abbreviato condizionato ad alcuni approfondimenti investigativi che il suo difensore, Mario Malcangi, aveva già chiesto in una memoria: la difesa chiederà anche l’interrogatorio del magistrato. Saranno molte le richieste di costituzione di parte civile: oltre a quella dell’Ordine degli avvocati di Trani, anche quella dell’imprenditore coratino Paolo Tarantini (avvocato Beppe Modesti) cui Nardi e Savasta – secondo l’accusa – avrebbero tolto 400mila euro per far sparire una falsa indagine per reati fiscali.
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