TRANI - «Devo dire la verità: ci stiamo muovendo sulla strada del mio predecessore. Oltre gli investimenti, che devono fare essere fatti nelle strutture e che io chiederò di fare, c’è anche un problema di semplificazione delle procedure». Così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nel corso del convegno che l’Associazione italiana giovani avvocati ha aperto ieri a Trani, soffermandosi sull’edilizia giudiziaria con un evidente riferimento anche al Tribunale di Trani.
Infatti, qui è in atto un percorso, avviato proprio con il precedente Guardasigilli, Andrea Orlando, sotto la cui egida si è siglato un protocollo d’intesa tra Ministero, Demanio, Comune e Tribunale di Trani per la cessione allo Stato di Palazzo Carcano ai fini della ripresa e completamento dei lavori di ristrutturazione. In questo modo si libereranno tutte le sedi private, in cui il Ministero paga una locazione, e si ottimizzano quelle nel centro storico, anche per blindare Tribunale in città.
Il progetto esecutivo di Palazzo Carcano è già quasi concluso ed il nuovo Governo sembra indirizzato sulla stessa via, soprattutto tenendo conto del fatto che l’ottimizzazione delle risorse ed una corretta politica di edilizia giudiziaria sono capisaldi del programma dell’esecutivo.
«Da quando il presidente del Tribunale vede la crepa - spiega Bonafede - a quando va l’operaio a sistemare quella crepa, a volte può passare anche un anno. Il problema, a volte, non è tanto nei soldi che vengono investiti, quanto nel tempo degli interventi. Quindi c’è una mappatura in corso ed io ho chiesto di farla ancora più dettagliata, ci sono delle situazioni difficili, anche se nessuna ai livelli di Bari. Su tutte, sto chiedendo al governo di non intervenire in via emergenziale, ma strutturale e infrastrutturale».
Parole che hanno rafforzato la convinzione del sindaco, Amedeo Bottaro, sul fatto che «in questo tribunale credo sia una delle poche volte in cui magistratura, avvocatura e istituzioni, in particolare l’amministrazione comunale, insieme abbiano collaborato, cooperato e raggiunto grandi risultati, a cominciare proprio dall’edilizia giudiziale. A pochi chilometri da qui ci sono, purtroppo, ben diversi problemi, che noi abbiamo evitato affrontandoli per tempo e tutti insieme». Quanto al protocollo siglato con il Ministero, sotto l’egida di Orlando, «ci porterà sicuramente - afferma Bottaro - a rendere questo tribunale un “unicum.” Abbiamo fatto una scelta importante, abbandonando ipotesi di nuovi palazzoni e, al contrario, valorizzando quello che è un tribunale storico, che si dipana intorno al mare e ad una meravigliosa cattedrale».
A rilanciare il tema della sinergia è stato proprio il presidente del Tribunale, Antonio De Luce: «Qui a Trani c’è un dialogo costante tra magistratura e avvocatura ,e solo con questa sinergia possiamo raggiungere veramente dei risultati nell’interesse di tutti». De Luce ha fatto sapere che il prossimo obiettivo da raggiungere è l’uscita da tutte le sedi in cui il Tribunale paga ancora un fitto: dal capannone degli archivi, in via Papa Giovanni XXIII, a Palazzo Nigretti, in via Cavour, sede della Sezione lavoro, passando per l’immobile di via Montegrappa, sede del Unep, che pure è di proprietà di un’azienda interamente partecipata dal Comune di Trani, vale a dire Amet.

Bonafede a Trani (foto Luca Turi)
Il Guardasigilli in Puglia per parlare di giustizia, strutture e progetti
Venerdì 21 Settembre 2018, 09:39