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POTENZA - Vittorio Emanuele di Savoia, di 69 anni, è stato arrestato nel pomeriggio, per ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza, Alberto Iannuzzi, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dal pubblico Ministero Henry John Woodcock.
Nei confronti del principe le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione.
L'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso fa riferimento - secondo quanto si è appreso - ad un vero e proprio «mercato» dei nulla osta per i videogiochi ed altri apparecchi elettronici utilizzati per il gioco d'azzardo. Nella vicenda gli investigatori hanno scoperto legami con esponenti della criminalità organizzata siciliana.
L'altra accusa, quella di associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione, riguarda il reclutamento di ragazze da offrire a clienti del casinò di Campione d'Italia.
L'arresto di Vittorio Emanuele di Savoia - secondo quanto è stato possibile apprendere - è legato ad un'inchiesta coordinata da Woodcock che, il 6 maggio scorso, portò all'arresto della cosiddetta banda delle truffe, un'organizzazione specializzata nel truffare imprenditori di varie regioni italiane, che ci hanno rimesso centinaia di migliaia di euro.
In particolare, sono coinvolti il presunto capo della banda, Massimo Pizza, e il faccendiere Achille De Luca, entrambi detenuti in carcere. Pizza e De Luca hanno ricevuto nel pomeriggio un'altra ordinanza di custodia cautelare in carcere, la stessa con cui è stato arrestato il principe di casa Savoia.
Le persone indagate nell'inchiesta - secondo quanto è stato possibile apprendere - sono oltre venti.
La Procura, oltre alle accuse mosse specificamente a Vittorio Emanuele di Savoia, ha ipotizzato anche i reati di corruzione, concussione, falsità ideologica, istigazione alla corruzione, riciclaggio e favoreggiamento.
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