di Massimo Brancati
POTENZA - Non era neppure geometra, aveva un diploma conseguito all’istituto d’arte. Eppure per quasi vent’anni si è spacciato per architetto riuscendo a farsi affidare incarichi non solo da privati cittadini ma anche da pubbliche amministrazioni, a cominciare dalla Regione Basilicata e da diversi Comuni della provincia potentina. Avrebbe perfino progettato la ristrutturazione di un’antica chiesa.
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Potenza lo ha smascherato nell’ambito di un’inchiesta denominata «Il laureato», arrestandolo (ora si trova ai domiciliari) e sequestrandogli una quota di un suo immobile (del valore di circa 20.000 euro) su disposizione del gip Tiziana Petrocelli dopo la richiesta del pm Gerardo Salvia.
Il falso architetto si chiama Rocchino Zacometti, di 58 anni: è ritenuto responsabile di esercizio abusivo della professione, produzione ed utilizzazione di false attestazioni e/o certificazioni pubbliche, falsità ideologica, falsa attestazione in atti pubblici e truffa. Attraverso numerosi riscontri ed esami di documenti, le fiamme gialle hanno consentito di accertare che Zacometti, privo di laurea e con l’ausilio di timbri che attestavano la qualifica di architetto, si è occupato della redazione di atti, progettazioni, direzione di lavori edili complessi. Opere che richiedevano - fa notare la Guardia di Finanza - elevate conoscenze tecnico professionali e qualificata esperienza. In passato, per la verità, sono stati molti i geometri «prestati» a lavori d’architettura: basta ricordare, tanto per fare un esempio, l’edificio che ospita l’istituto Don Uva, progettato (ma non firmato perché non poteva) da Marullo D’Olivo. Che non era laureato. Ma nel caso di Zacometti, come dicevamo, lui non ha neppure un diploma da geometra. Nei primi anni ‘80, fresco diplomato all’istituto d’arte, avrebbe cominciato a collaborare con lo studio di un architetto per poi decidere di mettersi in proprio, riuscendo anche ad avere incarichi fuori regione. Ha ingannato tutti utilizzando semplicemente un timbro dell’Ordine professionale di Roma che, però, nel frattempo era stato modificato più volte. Ecco perché qualcuno, insospettitosi, ha chiesto all’Ordine di Potenza di verificare. Il presidente Michele Graziadei, circa un anno fa, ha avviato un controllo: «Avevo ricevuto - dice Graziadei - una segnalazione anonima che mi riferiva dello strano timbro e di un possibile esercizio abusivo della professione. L’Ordine di Roma da me contattato confermò che il caso era già stato segnalato al tribunale della capitale nel 2005». L’allora presidente degli architetti romani, Schiattarella, in particolare, disse che il potentino non solo non era iscritto all’albo professionale ma che già dal 2005 era a loro noto come architetto abusivo. Insomma, che ci fosse qualcosa di poco chiaro nell’attività di Zacometti era risaputo. Ma la giustizia, si sa, ha i suoi tempi e per un ventennio il falso architetto ha potuto progettare in lungo e in largo. Trovando anche il tempo di candidarsi alle scorse amministrative.

Sabato 10 Novembre 2012, 09:37
18 Maggio 2021, 11:44