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Omicidio Elisa Claps Il mistero del ritrovamento «Don Wagno mente»

Omicidio Elisa Claps Il mistero del ritrovamento «Don Wagno mente»

 
Omicidio Elisa Claps Il mistero del ritrovamento «Don Wagno mente»

Martedì 20 Settembre 2011, 08:57

02 Febbraio 2016, 23:49

di Fabio Amendolara

POTENZA - Don Wagno aveva detto che le due signore delle pulizie erano state con lui nel sottotetto. E che c’erano loro quando nella chiesa della Trinità trovò i resti di Elisa Claps il 17 marzo del 2010. In un’intercettazione ambientale videoregistrata in Questura a Potenza ha anche cercato di convincerle che quella che lui raccontava era la verità. Ma loro smentiscono. Per loro don Wagno, su Elisa, mente.

«Hanno rovinato tutto». «Vogliono incolpare noi e si vogliono liberare loro». Don Wagno «è un cretino», «lo hanno acchiappato all’improvviso». E ha detto tutto: «Che c’entra pure il vescovo». E nella chiacchierata spunta di nuovo il nome di don Mimì Sabia. Annalisa Lovito e Margherita Santarsiero, le signore delle pulizie, sono chiuse in una sala d’attesa della Questura. Sono preoccupate. Sui giornali stanno uscendo indiscrezioni sull’inattendibilità delle loro dichiarazioni. E hanno saputo che don Wagno Oliveira E‘ Silva, viceparroco della chiesa della Trinità, è crollato e ha raccontato di aver trovato i resti di Elisa Claps prima del 17 marzo del 2010.

L’intercettazione ambientale - di cui la “Gazzetta” è in possesso - è agli atti dell’inchiesta di Salerno ed è tra le fonti di prova a carico di Danilo Restivo, accusato di essere l’assassino di Elisa e condannato all’ergastolo in Inghilterra per l’omicidio della sarta Heather Barnett.

La registrazione risale al 20 marzo del 2010 ed è uno degli indizi che, secondo gli investigatori, dimostrerebbe l’esistenza di un «accordo» per non rivelare il ritrovamento nel sottotetto. È quella che Gildo, fratello di Elisa, da tempo definisce una «messinscena». Ma perché mentire sul ritrovamento? E chi mandò le due donne nel sottotetto? Chi c’era con loro? Solo don Wagno?

La conversazione tra le signore delle pulizie, mamma e figlia, intercettata in modo ambientale e videoregistrata, a tratti è incomprensibile. Poco prima che Annalisa entrasse nell’ufficio della Squadra mobile per la sua audizione, però, la signora Santarsiero le dice: «E va bene, non dire niente di tuo padre». Cosa avrebbe dovuto dire del padre? C’erano altre persone oltre a loro e a don Wagno nel sottotetto il giorno del ritrovamento? Le due parlano a bassa voce. Annalisa dice alla madre: «Sono passati tanti anni, proprio mò si doveva trovare?». E la madre risponde: «Vabbe‘, che ne sapevi tu che quella era lì». Poi parlano di don Wagno: «Dice che siamo andati a gennaio. Ma quando siamo andati?». E pensano di allontanarsi da Potenza. Dice Annalisa: «Qua dobbiamo sparire, dobbiamo solamente andare al paese. Ora ci vuole mettere a noi nei guai». E la mamma replica: «Hanno detto tante cose di noi, che abbiamo spostato i mobile, che abbiamo fatto e detto, che c’entra, era una cosa di don Mimì». La conversazione continua con le due donne che si ripetono a vicenda: «Noi non siamo andate,, (...) c’è andato lui e se la vuole prendere con noi». Dopo quasi un’ora di registrazione gli investigatori fanno uscire Annalisa Lovito e fanno entrare nella stanza don Wagno. La signora Santarsiero lo attacca: «Tu mi vuoi rovinare? Perché mi rovini? Perché hai detto quella bugia?». Wagno risponde in modo secco: «Non ho detto una bugia. È la verità». Lei insiste: «Quale bugia? Siamo saliti? Ma quando?». E Wagno: «Tu mi hai raccontato tutta la storia. Non ti rovinerai, sono sicuro, stai tranquilla. Basta dire la verità». E la verità, parziale, è che i resti di Elisa erano stati già trovati un mese prima. Resta da capire chi ha organizzato il finto ritrovamento il 17 marzo e perché lo ha fatto.
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