POTENZA - Don Wagno aveva detto che le due signore delle pulizie erano state con lui nel sottotetto. E che c’erano loro quando nella chiesa della Trinità trovò i resti di Elisa Claps il 17 marzo del 2010. In un’intercettazione ambientale videoregistrata in Questura a Potenza ha anche cercato di convincerle che quella che lui raccontava era la verità. Ma loro smentiscono. Per loro don Wagno, su Elisa, mente.
«Hanno rovinato tutto». «Vogliono incolpare noi e si vogliono liberare loro». Don Wagno «è un cretino», «lo hanno acchiappato all’improvviso». E ha detto tutto: «Che c’entra pure il vescovo». E nella chiacchierata spunta di nuovo il nome di don Mimì Sabia. Annalisa Lovito e Margherita Santarsiero, le signore delle pulizie, sono chiuse in una sala d’attesa della Questura. Sono preoccupate. Sui giornali stanno uscendo indiscrezioni sull’inattendibilità delle loro dichiarazioni. E hanno saputo che don Wagno Oliveira E‘ Silva, viceparroco della chiesa della Trinità, è crollato e ha raccontato di aver trovato i resti di Elisa Claps prima del 17 marzo del 2010.
L’intercettazione ambientale - di cui la “Gazzetta” è in possesso - è agli atti dell’inchiesta di Salerno ed è tra le fonti di prova a carico di Danilo Restivo, accusato di essere l’assassino di Elisa e condannato all’ergastolo in Inghilterra per l’omicidio della sarta Heather Barnett.
La registrazione risale al 20 marzo del 2010 ed è uno degli indizi che, secondo gli investigatori, dimostrerebbe l’esistenza di un «accordo» per non rivelare il ritrovamento nel sottotetto. È quella che Gildo, fratello di Elisa, da tempo definisce una «messinscena». Ma perché mentire sul ritrovamento? E chi mandò le due donne nel sottotetto? Chi c’era con loro? Solo don Wagno?
La conversazione tra le signore delle pulizie, mamma e figlia, intercettata in modo ambientale e videoregistrata, a tratti è incomprensibile. Poco prima che Annalisa entrasse nell’ufficio della Squadra mobile per la sua audizione, però, la signora Santarsiero le dice: «E va bene, non dire niente di tuo padre». Cosa avrebbe dovuto dire del padre? C’erano altre persone oltre a loro e a don Wagno nel sottotetto il giorno del ritrovamento? Le due parlano a bassa voce. Annalisa dice alla madre: «Sono passati tanti anni, proprio mò si doveva trovare?». E la madre risponde: «Vabbe‘, che ne sapevi tu che quella era lì». Poi parlano di don Wagno: «Dice che siamo andati a gennaio. Ma quando siamo andati?». E pensano di allontanarsi da Potenza. Dice Annalisa: «Qua dobbiamo sparire, dobbiamo solamente andare al paese. Ora ci vuole mettere a noi nei guai». E la mamma replica: «Hanno detto tante cose di noi, che abbiamo spostato i mobile, che abbiamo fatto e detto, che c’entra, era una cosa di don Mimì». La conversazione continua con le due donne che si ripetono a vicenda: «Noi non siamo andate,, (...) c’è andato lui e se la vuole prendere con noi». Dopo quasi un’ora di registrazione gli investigatori fanno uscire Annalisa Lovito e fanno entrare nella stanza don Wagno. La signora Santarsiero lo attacca: «Tu mi vuoi rovinare? Perché mi rovini? Perché hai detto quella bugia?». Wagno risponde in modo secco: «Non ho detto una bugia. È la verità». Lei insiste: «Quale bugia? Siamo saliti? Ma quando?». E Wagno: «Tu mi hai raccontato tutta la storia. Non ti rovinerai, sono sicuro, stai tranquilla. Basta dire la verità». E la verità, parziale, è che i resti di Elisa erano stati già trovati un mese prima. Resta da capire chi ha organizzato il finto ritrovamento il 17 marzo e perché lo ha fatto.
















