Eos Ibrido verrà realizzato in Basilicata, a Garaguso Scalo, da Eosolare di Carmine e Rocco Dimasi (padre e figlio), una delle più importanti aziende di settore in Europa: 40 dipendenti (età media 28 anni), 20 milioni di euro di fatturato, una produzione annua di 50 mw (con certificato Pv Cycle, cioè riciclaggio dei pannelli garantito a 30 anni dal contratto). Il progetto è costato 150mila euro di investimento, 6 mesi di lavoro e 6 unità interne coinvolte, con l’obiettivo di creare mercato nuovo, utile a confermare l’integrità del gruppo, ma anche ad assumere una quindicina di nuove unità.
Inevitabile il parallelo – che dovrebbe far riflette la politica regionale – con la centrale di compressione del gas che verrà realizzata 2 km. più a valle di Eosolare, con un investimento “fossile” di circa 150 milioni di euro, per assumere anch’essa 15 unità, nonostante l’investimento sia dieci volte superiore.
Alla responsabile marketing, Katia Vezzoso, il compito di spiegare ai giornalisti in conferenza stampa il progetto che coinvolgerà fornitori di materie prime, in buona parte lucani, e realizzerà un sistema di monitoraggio della produttività di un impianto ibrido, con tre giovani ingegneri elettronici lucani coinvolti. Eos Ibrido costerà meno di 20mila euro per un impianto di 3 kw, ammortizzabile in 5 anni ed è a completa integrazione architettonica (si potrà realizzare anche come parete verticale degli edifici), «la vera sfida da vincere nel fotovoltaico del prossimo decennio», secondo Carmine Dimasi. Il fondatore della Eosolare nel 1998 che, dopo essere andata a “caccia” di petrolio sulle piattaforme marine, è stato “folgorato” sulla strada energetica che dal fossile porta al “rinnovabile futuro”. [e.p.]
















