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Da Montescaglioso a Parma Il falco grillaio «emigra»

Da Montescaglioso a Parma Il falco grillaio «emigra»

 
Da Montescaglioso a Parma Il falco grillaio «emigra»

Venerdì 03 Giugno 2011, 10:44

02 Febbraio 2016, 23:22

di ENZO PALAZZO

Non solo braccianti, operai, imprenditori e giovani laureati lucani, ma ora anche i falchi grillai emigrano dalla Basilicata. Il comunicato, che proviene dal Centro recupero rapaci della Riserva naturale di San Giuliano, un’area protetta tra le più interessanti d’Europa, non lascia dubbi: “Un falco grillaio nato e inanellato a Montescaglioso, ha nidificato in Emilia Romagna”. È una notizia di alto valore scientifico, sicuramente più piacevole dell’inarrestabile emigrazioni di menti e braccia lucane oltre i confini regionali, che si presta anche ad una immediata ironia con i dati di emigrazione umana e, appunto, falconide. Tra l’altro, curiosamente, i falchi grillai lucani, come i cittadini lucani di questa ultima ondata emigratoria, scelgono le terre emiliane per i propri nuovi nidi: a Parma e dintorni, evidentemente, trovano, forse, più cibo o più possibilità di procacciarselo, autonomamente da raccomandazioni e corporazioni. 

Il Centro recupero rapaci, una struttura altamente professionale e tecnica, nonostante i pochi mezzi che possiede (andrebbe potenziata per non rischiare che anch’essa segua il falco grillaio nella sua residenza emiliana), è attivo dal 2006 grazie ad una iniziale e temporaneo progetto di Life Natura sui “Rapaci Lucani”. Attualmente è gestito dalla società De Rerum Natura in collaborazione con la Provincia di Matera e con il contributo di Altura, Associazione per la tutela dei rapaci e dei loro ambienti. Ogni anno il Centro accoglie oltre 200 animali, gran parte dei quali appartenenti a specie particolarmente protette. 

È la prima volta che si registra un evento del genere, un grillaio inanellato al sud che ricompare con un nido al nord, e nella nota ufficiale emessa dal Centro rapaci lucano c’è tutta una motivazione scientifica e una dimostrazione del livello di professionalità raggiunto, visto che si è stati capaci di tracciare un percorso di spazi di volo e di sopravvivenze, con i pochi mezzi a disposizione, compensati da abnegazione ed esperienza. Si è partiti dall’inanellamento in un nido della Città dell’Abbazia e si è arrivati nella più industrializzata Parma, per un evento che dimostra come, da alcuni anni, grazie al lavoro del personale e dei collaboratori del Centro provinciale recupero rapaci, istituito anni fa dalla Provincia di Matera, nella Riserva Naturale di San Giuliano, è stato possibile aggiungere un importante dato allo stato delle conoscenze sulla dispersione e sulla migrazione dei falchi grillai lucani (e non solo). 

«Ottenuto – dice il responsabile del centro recupero Matteo Visceglia –, grazie all’iniziale progetto Life Natura Rapaci Lucani 2006/2009 (che ha avuto il merito di mettere insieme alcune competenze intorno all’Oasi di San Giluliano, ndr), alle fotodocumentazioni di Michele Mendi e ad un monitoraggio condotto da ricercatori della Lipu del Progetto Life/Pianura parmense e che oggi ci fanno dire che le nostre colonie meridionali, abbastanza solide e ben distribuite nelle aree adatte, rappresentano un serbatoio importantissimo per incrementare la biodiversità in altre aree d’Italia, ove le condizioni ambientali sono idonee per le esigenze trofiche e riproduttive della specie». Come, evidentemente, sembra accadere anche per i lucani che scelgono l’Emilia!
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