“La risoluzione è una bella dichiarazione, apprezzabile, ma non sono fatti”. Le difficoltà del comparto agricolo lucano alle prese con l’emergenza idrica sono racchiuse nelle parole del presidente di Confagricoltura, Francesco Battifarano. A pochi giorni dalla risoluzione unitaria proprio sulla crisi idrica approvata dal Consiglio Regionale con una serie di misure, tra cui compensazioni economiche per le attività agricole e commerciali colpite dall’emergenza dell’anno scorso, il presidente non solo non nasconde alcune perplessità legate al documento, ma lancia l’allarme per il comparto. “La risoluzione contiene tante belle promesse ma necessita di tempo e di finanziamenti, di un cronoprogramma e di stanziamenti altrimenti rimarrà un bellissimo esercizio di politica” spiega senza tanti giri di parole. Tempo e soldi, dunque, necessari per affrontare criticità che pesano, ed anche tanto, soprattutto in alcune aree come il Vulture – Melfese che – a detta del presidente di Confagricoltura – è la zona “più in sofferenza”. “Lo è il Lavellese in particolare perché la mancanza della diga del Rendina da ormai molti anni rappresenta un vulnus per quell’area – continua Battifarano - Io sono presidente di Confagricoltura da 8 anni e sono 8 anni che ne parliamo, e se ne parlava ancora prima. Negli anni di difficoltà con poche piogge come accaduto in questo inverno e la Regione Puglia che eroga meno acqua dall’Ofanto, rischiamo che alcune coltivazioni specialmente le foraggere, in particolare quelle per uso zootecnico, rimangano all’asciutto, in quanto ancora oggi non si possono effettuare prenotazioni irrigue. Secondo alcuni rumors in qualche giorno si dovrebbe sbloccare la situazione, ma siamo alle speranze e non alle certezze”. Dopo il Vulture – Melfese, però, a soffrire è anche il Metapontino. “E’ in difficoltà per una grande quantità di guasti alla rete. Non si parla di una drastica riduzione dei quantitativi disponibili ma la preoccupazione è forte” aggiunge ancora Battifarano che ricorda come proprio in quella zona siano in corso la raccolta delle fragole ed a breve ci sarà l’inizio della raccolta delle drupacee: albicocche e susine che perdurerà per due mesi. “Poi ci sono agrumeti, vigneti ed oliveti per le quali se non irrighi non produci. In questi giorni ha piovuto ma noi come Confagricoltura Basilicata siamo molto preoccupati perché non sarà un’annata facile”. Insomma, per gli agricoltori lucani quelli che si prospettano all’orizzonte saranno mesi complessi, difficili. Un’annata per la quale “serve un piano pluriennale di investimenti sulle infrastrutture”. “In Terza Commissione è emerso come le dighe lucane invasano solo il 40 per cento del loro potenziale e se invasi poco e disperdi anche, è un disastro” dice Battifarano che, ora, attende gli “accordi di programma tra Puglia e Basilicata”. “Speriamo che si sblocchi con una definizione chiara e netta della quantità di acqua che spetta all’agricoltura lucane e che essa non venga persa per strada” conclude il presidente di Confagricoltura.
Nel frattempo sono in corso i lavori di collegamento tra la diga di Acerenza e quella di Genzano di Lucania. Oggi ci sarà il sopralluogo dell’assessore alle infrastrutture della Regione Basilicata, pasquale Pepe. L’appuntamento è all’imbocco del cantiere Mancusi. I tecnici presenti sul posto illustreranno i dettagli dell’opera che è stata finanziata con un importo di 9 milioni di euro e che consentirà il ripristino del collegamento Adduttore Acerenza-Genzano dello Schema idrico Basento-Bradano. “Si tratta di un progetto – dice Pepe – che per decenni è rimasto solo sulla carta. Porteremo a compimento un’opera capace di scongiurare il rischio di altre crisi idriche. Grazie a questo intervento, portato avanti dall’Autorità di distretto dell’Appennino meridionale, guidato dalla dottoressa Vera Corbelli, si porterà a compimento uno schema idrico che diventerà un gioiello ingegneristico capace di fornire acqua al territorio e ai lucani, scongiurando il rischio di altre crisi. Stiamo procedendo secondo il cronoprogramma per assicurare il collegamento tra le dighe di Acerenza e quella di Genzano affinché nessun territorio resti isolato in caso di scarsità idrica. Un progetto che per lunghi decenni è rimasto su carta e che ora stiamo realizzando concretamente.”.La fine dei lavori è prevista per la primavera del 2026.