Quarantasei cinghiali catturati in una sola notte. La lotta all’emergenza ungulati in Val d’Agri inizia a far sentire i suoi effetti. E questo grazie alle trappole sistemate in particolare nel comune di Moliterno. Un primo importante risultato, dunque, frutto delle misure adottate dal Parco nazionale dell’Appennino lucano che sta portando avanti una serie di iniziative per ridurre il numero degli animali presenti in una zona, tra l’altro, al centro dell’attenzione per la peste suina.
Un problema nel problema quest’ultimo su cui l’attenzione è altissima, tanto che gli animali catturati saranno sottoposti allo screening e verranno, poi, distrutti e non macellati. “Quella del posizionamento delle pig brig è una delle misure che il Parco ha inteso adottare per il contenimento della popolazione di ungulati e per il contrasto alla peste suina africa - commenta il commissario straordinario dell’ente, Antonio Tisci - le gabbie sono già state sistemate, oltre che a Moliterno, anche a Tramutola e verranno posizionate, nei prossimi giorni, a Grumento e a Paterno in modo da avere un preciso controllo della porzione di parco a maggior contatto con la vicina regione Campania dove si sono registrati i casi di peste suina africana”.
“Quella dell’emergenza cinghiali è stata la prima questione che mi è stata posta dalla Comunità del Parco ed ho inteso dare subito un immediato riscontro alle esigenze della popolazione” continua il commissario che annuncia anche che, proprio grazie a queste catture, “per la prima volta si avrà uno screening serio sull’eventuale presenza della peste suina africana nell’area”.
E questo con l’auspicio che “i ritardi maturati non abbiano causato la diffusione del virus sul territorio”. Insomma, gli esami sulle carcasse degli animali consentiranno di capire l’eventuale diffusione della peste suina in Val d’Agri, ma l’intento del commissario del Parco è anche quelle di ridurre la presenza degli ungulati per dare una mano agli agricoltori che, da tempo, lamentano il problema. La mia intenzione è quella di raggiungere gli obiettivi di riduzione fissati e di ricondurre la pressione dei cinghiali ad un livello compatibile con il territorio” assicura Tisci che conferma come altre trappole saranno sistemate, nei prossimi giorni, in altre aree del Parco.