Il Parco dei palmenti di Pietragalla diventa luogo ideale per ospitare matrimoni civili. La prima celebrazione è coincisa con l’unione di una giovane coppia proveniente dall’Argentina. Negli anni quaranta, infatti, in molti emigrarono da Pietragalla verso il Sud America, scegliendo in particolare l’Argentina, che prometteva un futuro economicamente migliore e più stabile.
«Una meravigliosa coincidenza che se da un lato rinsalda il legame mai reciso e sempre forte con il popolo argentino – ha spiegato il sindaco, Paolo Cillis - dall’altro dà concretezza all’azione di valorizzazione del sito dei Palmenti portata avanti dall’Amministrazione comunale. Dopo l’attenzione di diversi media televisivi, di importanti eventi enogastronomici internazionali, di alcuni importanti buyer turistici, i nostri palmenti – ha aggiunto il primo cittadino di Pietragalla - si sono trasformati in una meravigliosa cartolina pronta ad accogliere le coppie per il loro sì».
Il nome palmenti deriva dal latino paumentum, che indicherebbe l’atto del pigiare, oppure la superficie stessa su cui avveniva la pigiatura dell’uva. Sono disposti su diversi livelli in una zona probabilmente scelta per la natura del terreno, ricca di rocce tufacee piuttosto facili da lavorare. Inoltre si trovano in una posizione che era attigua ai vigneti, con esposizione ad est per facilitare con il calore solare i processi di fermentazione. Sono composti da una parte costruita prevalentemente in muratura in pietra e una parte scavata direttamente nella roccia, che contribuiva anch’essa, con le sue proprietà isolanti, al buon esito della fermentazione. All’interno vi si trovano due o più vasche, in base a quelle che erano le esigenze produttive, create a diverse altezze. I palmenti non sono più in uso dagli anni ‘70, ma alcuni viticoltori, proprietari di alcuni di essi, continuano a utilizzarli per una produzione a livello familiare di vino, mantenendo così viva la tradizione. Oltre al grandioso patrimonio di cultura rurale che rappresentano, i palmenti sono anche un esempio di architettura rupestre che disegna paesaggi fiabeschi, ricoperti dal manto naturale del terreno che, a seconda delle stagioni, offre una spettacolare superficie fiorita o innevata sui manufatti. Sono molte, infatti, le comitive e i gruppi di turisti, provenienti non solo dalle regioni limitrofe ma anche da diverse aree dell’Italia, che già da qualche anno, si recano a Pietragalla per ammirare il Parco dei palmenti e le altre bellezze storiche e artistiche del paese.