POTENZA - Il 43 per cento dei medici lucani internisti soffre della «Sindrome da burnout», l’insieme di sintomi da stress permanente e ha pensato di licenziarsi nell’ultimo anno. Lo rivela il sondaggio condotto da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, relativamente alla Basilicata, i cui risultati sono stati presentati a Milano, al 28/o Congresso Nazionale della Federazione.
Depressione, stress, mancanza di sonno, carichi di lavoro ingestibili, mancato riconoscimento del valore della propria competenza professionale, un numero elevato di pazienti e la carenza di posti letto che non creano empatia con i malati sono stati l’oggetto delle risposte fornite dagli intervistati.
«La situazione da contingente e emergenziale - ha commentato il presidente di Fadoi Basilicata, Giuseppe Nicoletti - sta diventando strutturale. Anche i medici lucani presentano segni di stanchezza e stress lavorativo sempre maggiori. Le gravi carenze di organico si ripercuotono su una figura medica che può essere utilizzata in più reparti».
Dal sondaggio è emerso che il 43 per cento degli intervistati si sente «emotivamente sfinito» e «frustato», il 57 per cento «sfinito al termine di ogni giornata lavorativa». Sempre il 43 per cento ha evidenziato «di lavorare troppo duramente ma non perde la propria passione per la professione», mentre l’86 per cento ha riferito di «affrontare efficacemente i problemi dei propri pazienti, di influenzare positivamente la vita di altre persone attraverso il proprio lavoro, di aver realizzato molte cose di valore rallegrandosi dopo aver lavorato con i pazienti»; infine, il lavoro durante il Covid - ha risposto il 72 per cento degli internisti - «ha inciso pesantemente sulla vita, influenzandola negativamente».
















