L’agriturismo in Basilicata torna a fare boom. Nel 2022 numeri vicinissimi a quelli pre pandemia per l’ospitalità rurale lucana, secondo i report dell’Apt e il rapporto “Agriturismo e multifunzionalità” recentemente presentato da Ismea. E l’andamento delle presenze nel ponte del 25 aprile appena trascorso e le previsioni per quello nel primo maggio fanno ben sperare per una ulteriore risalita. Lo conferma il presidente regionale di Turismo Verde (Cia), Francesco Bruno. Che avverte, però: «Per migliorare ulteriormente dovremo sforzarci di offrire un prodotto sempre più ricco e professionalizzato, anche per destagionalizzare gli arrivi».
Ma veniamo alle cifre. Secondo i dati di riepilogo dell’Apt del 2022, agriturismo e locande rurali hanno registrato 16.287 arrivi, fra turisti italiani e stranieri, con un aumento del 12,79% rispetto all’anno precedente. Nel 2019, quando ancora l’emergenza Covid non era all’orizzonte, gli arrivi registrati negli agriturismi lucani erano stati 18.004. Nel 2020 la massima contrazione, con soli 11.492 arrivi, per poi cominciare a risalire la china nel 2021, con 14.440 arrivi. Per quanto riguarda le presenze, nel 2022 il leggero calo dei turisti italiani (-5,85%) è stato largamente compensato dall’aumento degli stranieri (+40,98%). Sostanzialmente stabile la permanenza media, pari a circa due giorni e mezzo.
«Per quanto riguarda la nostra attività - commenta Bruno - la richiesta è concentrata soprattutto nelle giornate festive e nei ponti, con qualche effetto positivo di trascinamento anche nei fine settimana immediatamente successivi e anche in quelli immediatamente precedenti. È chiaro, dunque, che per fare un vero salto di qualità dobbiamo trovare il modo di spalmare l’appeal degli agriturismi su un arco di tempo più lungo. E questo possiamo farlo attraverso le attività esperienziali all’interno dell’azienda e non solo».
Secondo i dati raccolti dall’indagine di Ismea, la vacanza in agriturismo è in grado di creare «un indotto anche per molte altre attività che operano nel territorio circostante visto che la quasi totalità degli ospiti (98%) vi ha fatto almeno una esperienza. Fra queste spiccano l’enogastronomia locale (42,6% degli intervistati), le visite alle città d’arte e ad altre attrazioni artistiche e culturali (28,4%), le esperienze rilassanti e incentrate sul benessere della persona (18,3%) e, infine, le attività dedicate allo sport e all’avventura». Un’analisi che trova assolutamente concorde il presidente di Turismo Verde. «Anche in Basilicata siamo su questa lunghezza d’onda. Penso ad esempio alle fattorie didattiche, alle giornate di divulgazione delle attività agricole e delle attività connesse. Bisogna puntare a diversificare le attività. Un esempio per tutti è quello dell’equitazione di campagna e del turismo equestre». Secondo i dati del rapporto su Agriturismo e multifunzionalità, in Basilicata le aziende agricole con attività ricreative, sportive e culturali nel 2021 erano 138, in crescita del 3% rispetto al 2019, nonostante i problemi derivanti dalla pandemia. Una base di partenza che, per Turismo verde, deve fornire l’input per crescere ulteriormente. Un altro tema particolarmente caro all’organismo della Cia è la formazione e professionalizzazione. «Speriamo di iniziare a tal proposito - dice Bruno - un percorso con gli istituti tecnici agrari ed alberghieri per la formazione degli agrichef, che sappiano valorizzare al meglio le nostre produzioni locali e tipiche, creando un circolo virtuoso e sostenibile che dia maggiore impulso allo sviluppo delle aree interne».