NICOLA PEPE
Fu Cristian Lovreglio, 26 anni, barese, rampollo del clan di Savinuccio Parisi a tentare di uccidere tre anni fa Nicola Cisternino, 51 anni, detto «o americano» ferendolo con quattro colpi di pistola mentre si trovava all'interno del circolo ricreativo «Barcellona» al rione Japigia. Il giovane è stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio aggravato e detenzione e porto illegale di arma da fuoco, emessa dal tribunale della Libertà dopo che il 6 febbraio scorso la Corte di Cassazione ha confermato la misura restrittiva in un primo momento evidentemente rigettata.
In base alle indagini della Squadra mobile Lovreglio forte del carisma criminale, la sera del 5 marzo in via Capitano Romolo Ferorelli, avrebbe voluto dare una lezione a Cisternino facendo capire nel quartiere chi comandasse. Il ferito, in un primo momento ricoverato in gravi condizioni, riuscì a riprendersi: fu raggiunto dai proiettili all'addome e alle gambe. Secondo quanto ricostruito, con la plateale esplosione dei colpi nei confronti di «o'american», Lovreglio avrebbe voluto affermare la propria caratura criminale, incrinata da affronti personali non dimenticati, presentandosi nel circolo ed affrontando la vittima a volto scoperto e in presenza di molte persone.
Nell'ambito della stessa indagine rientra anche la sparatoria avvenuta pochi giorni dopo il ferimento di Cisternino (arrestato due anni prima con 18 chili di hashish al rione San Pasquale) nel circolo ricreativo «U.C. Japigia» dove furono esplosi alcuni colpi con una mitraglietta probabilmente come risposta all'agguato contro «o'american».
In queste ore, intanto, si cerca di ricostruire eventuali nuovi scenari nella mala cittadina dopo che da alcuni giorni è tornato libero il boss Domenico Monti, alias «Mimm u'biund», uno dei capi storici della criminalità barese (fu luogotenente di Capriati e poi si avvicinò agli Striscigulio) dopo aver scontato più di 25 anni per omicidio. Una scarcerazione «salutata» a distanza di poche ore da una sparatoria nei pressi di piazza Chiurlia a pochi passi dall'abitazione di Davide Monti, figlio del boss. Allo stato solo si tratta di una coincidenza ma gli investigatori non escludono nessuna pista. Non a caso, l'altra sera, i carabinieri sono intervenuti al rione Japigia, in via Caldarola, interrompendo un vero e proprio summit tra 18 persone, una delle quali indossava un giubbotto antiproiettile. Lì vicino furono trovate anche due pistole perfettamente funzionanti. Stavano preparando un agguato? Non si sa.