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Area antistante il castello
contesa sulla proprietà

 
il castello di Mola di Bari

Il Comune ha dato incarico a un esperto per trovare gli atti necessari

Mercoledì 10 Maggio 2017, 09:53

10:15

di ANTONIO GALIZIA

MOLA DI BARI - Scandagliare gli archivi notarili e di Stato di Napoli e quello del Ministero della Difesa a Roma. E’ la missione affidata dal Comune al professor Pasquale Trizio (ricercatore e storico di fama, autore di diverse pubblicazioni su Mola, il suo castello, il suo porto, la sua marineria) chiamato a certificare i documenti già noti ed eventuali nuovi atti che dimostrino la natura demaniale dell’area antistante il Castello Angioino.

E’ necessario dimostrarlo al Tribunale di Bari, davanti al quale è aperto un contenzioso, che ha disposto la ctu (consulenza tecnica d’ufficio) per dare la possibilità al Comune di dichiarare la legittimità della proprietà di uno spazio pubblico importante (l’area è quella che collega il waterfront a piazza XX Settembre) quindi evitare un maxi risarcimento. Se non riuscirà a dimostrarlo, il conto da pagare potrebbe essere salatissimo perché sulle scrivanie dei giudici resta in sospeso una maxi richiesta di risarcimento da parte dei privati che, per tanti anni, avevano avuto il possesso del suolo sul quale fu edificato un cinema, edificio fatto abbattere per restituire il maniero, simbolo della città, all’antico splendore.

La storia risale agli anni Novanta. Dopo aver disposto l’abbattimento del cinema, il Comune di Mola con ordinanza 101 del 1996 acquisisce l’area al patrimonio comunale. Contro l’ordinanza i proprietari propongono ricorso ottenendo il giudizio favorevole del Consiglio di Stato che nel 2009 dichiara illegittimo il provvedimento dell’ente e legittima invece la richiesta di risarcimento proposta dagli imprenditori. «Salato» il conto per il Comune, che potrebbe essere chiamato a pagare una cifra vicina al milione di euro. Per questo l’ente decide di mettere in discussione la richiesta, promuovendo davanti alla sezione civile del Tribunale di Bari il giudizio per accertamento e declaratoria della demanialità dell’area.

Insomma: il cinema Castello fu costruito su un suolo privato o pubblico? E’ su questo particolare che si sta giocando la partita. Alcuni documenti, già acquisiti da vari archivi statali, dimostrerebbero la bontà della tesi comunale. Si tratta di atti che il Tribunale di Bari ha però chiesto di poter verificare e certificare (da qui l’incarico conferito dal commissario prefettizio Paola Schettini al professor Pasquale Trizio) ammettendo la consulenza tecnica d’ufficio richiesta dall’avvocato Luigi Paccione, per conto del Comune.

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