Un altare, una cattedra e un leggio in pietra calcarea di colore chiaro, con dettagli in ottone nei punti più fragili, per proteggerli e rafforzarli, ma anche per aggiungere una nota di discreta preziosità. Manufatti quasi sospesi per suggerire l’idea di una realtà che si eleva verso il divino, un simbolo visibile della liturgia come incontro tra cielo e terra.
Sembrano quasi sollevarsi dal suolo i nuovi arredi liturgici della Cattedrale di Bitonto, dono di Emanuel Chirico, figura di rilievo del panorama economico internazionale.
Il presidente della Pvh Corp, una delle più importanti aziende mondiali nel settore dell’abbigliamento, ha omaggiato così la città natale del nonno paterno omonimo, emigrato negli Stati Uniti ai primi del Novecento. L’idea è nata l’estate scorsa, quando approdato in Italia alla ricerca delle sue radici, ha ammirato il gioiello romanico bitontino, convincendosi a sistemare l’intera area absidale e sostituire l’altare ligneo ormai usurato. Intervento che Chirico ha voluto totalmente finanziare e far progettare, dopo l’ok dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, all’architetto Giuseppe Fallacara, legato da vincolo di parentela.
L’opera, perfettamente integrata nella storicità della Cattedrale e approvata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e della Commissione di arte sacra della Curia arcivescovile, è stata consacrata ieri dall’arcivescovo di Bari-Bitonto e dedicata alla Trinità.
«L’altare, dove il cielo e la terra si abbracciano, ci invita a diventare noi stessi altari vivi: sia un augurio di grazia» ha commentato Monsignor Giuseppe Satriano, ringraziando il munifico donatore. Al mecenate, in segno di riconoscenza, l’amministrazione comunale ha concesso la cittadinanza onoraria. La targa gli sarà consegnata stasera dal sindaco Francesco Paolo Ricci, durante un concerto a lui dedicato.
«Sono grato di questo riconoscimento», ha affermato commosso Chirico, ricevuto ieri a Palazzo Gentile. «Ho sempre avuto un legame profondo e sincero con la città: sono fiero delle mie origini».