Futuro urbanistico della città all'insegna del riuso, della rigenerazione e dello stop al consumo di suolo, con l'obiettivo di «ricucire» i quartieri e aumentare la dotazione di verde e servizi. A settembre sono in arrivo gli indirizzi del nuovo Pug (Piano urbanistico generale), la cui gestazione è iniziata nell’ormai lontano 2014, con l’obiettivo di mandare definitivamente in pensione il piano Quaroni originato negli Anni ‘70.
Giovanna Iacovone, vicesindaco di Bari con delega alla Rigenerazione urbana, chiarisce direttrici e strategie dell'amministrazione comunale, peraltro già palesate in occasione della gestione di un paio di recenti vicende. A partire dal «caso Dillman», con il il Comune ad esprimere un parere contrario, «ovviamente molto motivato», a un piano di lottizzazione presentato nel 2012.
«Gli uffici avevano formulato alcune eccezioni tecniche al progetto che, successivamente, la società proponente ha presentato alla ZES unica secondo una procedura semplificata - spiega il vicesindaco -. In quella occasione il Comune, nell’ambito della conferenza di servizi indetta dalla Zes, ha formulato parere contrario alla proposta. Dopo una richiesta di rinvio per approfondire il parere, la Dillman ha rinunciato alla procedura ZES e dovrà ora riprendere l'iter con il Comune di Bari, adattando l'eventuale nuova progettazione ai nuovi indirizzi dell'amministrazione. Questo include non solo il mantenimento delle obiezioni al progetto originario, ma anche la previsione di opere di infrastrutturazione (verde, parcheggi, ecc.) in funzione della residenza. Le parti si sono dette disponibili a discutere, preannunciando una ripresa dei lavori con una nuova progettazione».
Un precedente segnale che si inserisce nella più ampia strategia dell'amministrazione, è stato con la «delibera Noema».
«Certo, abbiamo dato un segnale chiaro, frutto di una scelta politica generale che che trascende la specifica istanza approdata in Consiglio, trovando tutti concordi nello stabilire di non monetizzare gli standard urbanistici. Anzi, noi gli standard li vogliamo, cioè i suoli li vogliamo sul serio a servizio delle nuove residenze e ribadiamo che nei quartieri già densi non si potranno edificare nuove residenze. Questo è un indirizzo importante sul quale non intendiamo assolutamente derogare, un chiaro stop al cemento che mira a preservare le aree già edificate e a valorizzare gli spazi pubblici».
Da anni è in corso l’iter destinato a mandare in pensione il piano regolare generale stilato da Quaroni, quanto si dovrà ancora attendere?
«Il tema del Pug non è una cosa semplicissima. Gli uffici stanno lavorando incessantemente per sistematizzare tutta la documentazione che si è stratificata a partire dal 2014, anno in cui i progettisti consegnarono parte del lavoro. Da allora, l'entrata in vigore del Piano Paesaggistico regionale (dopo tre mesi), la legge sul non consumo di suolo (2019) – che ha introdotto perequazioni e compensazioni e consentito il ragionamento sui trasferimenti di volumi – il Piano Casa (che ha permesso di edificare in deroga fino al 2024), il Covid e il Pnrr (con l'impulso a opere di urbanizzazione primaria e secondaria con cronoprogrammi serrati), e altre scelte comunali (come il concorso per Costa Sud), hanno cambiato l'armatura urbana e ridettato l'agenda dello strumento urbanistico. Inoltre, abbiamo avviato un processo di ascolto della città durato circa tre mesi, gli Stati generali della rigenerazione urbana, le cui risultanze, sono state rese note alla cittadinanza a fine luglio e di cui l’amministrazione terrà conto. Da qui si parte davvero per lavorare al nuovo documento»...
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