Martedì 30 Settembre 2025 | 18:38

Bari, Piazza Moro soffocata dai lavori: «Il primo tratto di via Sparano ormai un’isola infelice»

 
Rosanna Volpe

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Rosanna Volpe

Bari, Piazza Moro soffocata dai lavori: «Il primo tratto di via Sparano ormai un’isola infelice»

I ristoratori: «Il cantiere costringe a cambiare strada e noi perdiamo incassi»

Martedì 12 Agosto 2025, 05:00

09:25

BARI - Il primo tratto di via Sparano - dalla stazione a piazza Umberto - è un’isola «infelice»: i lavori che consegneranno la nuova piazza Moro hanno creato un imbuto di degrado e di incertezze. Il cantiere, infatti, costringe chi dalla stazione era solito attraversare questo isolato, a cambiare strada. Pochi, quindi, i tavolini occupati dai turisti. Il passeggio, quindi, è sempre più rado.

«Dalle 22 in poi - spiegano gli esercenti - questa diventa la terra di nessuno». Nei mesi precedenti tanti gli episodi spiacevoli che si sono susseguiti. I gestori dei locali avevano paura persino a lasciare i coltelli sui tavoli per paura che venissero utilizzati indebitamente da gruppi di malviventi. I controlli da parte delle forze di polizia non sembrano sufficienti a tenere sotto controllo gli episodi spiacevoli che si susseguono soprattutto durante le ore serali. Qualche mese fa un uomo, in stato di alterazione, si è avvicinato a un tavolo e ha mangiato gli avanzi direttamente dal piatto di un cliente. Ma ci sono anche gruppi che giovanissimi che provano a sfilare cellulari e denaro al malcapitato di turno o tossicodipendenti che chiedono qualche spicciolo per acquistare una dose di droga.

Una situazione che crea problemi a residenti ed esercenti già fortemente penalizzati dalla presenza di un cantiere che, almeno sulla carta, resterà aperto sino a fine anno.

«Abbiamo perso dal venti al quaranta per cento di introiti rispetto allo scorso anno. Considerando che questa è la stagione centrale per noi, e che già in condizioni normali da novembre a marzo c’è un calo degli incassi, sarà difficile andare avanti». Un malessere diffuso questo, su tutto quell’isolato e nella maggior parte degli esercizi commerciali. Sono circa una ventina ora ad aver paura per il futuro. Una zona quella della stazione che - ancora prima del cantiere aperto ad aprile scorso - era diventata pericolosa e dove si ripetevano spesso risse tanto da montare la rabbia dei residenti. Le ultime aperture di ristoranti e take away, quindi, sono stati funzionali a creare un costante passeggio e nuovi punti di aggregazione. Almeno sino ad oggi: «Chi ha aperto una attività da poco tempo, deve fare i conti con una realtà completamente diversa da quella che si aspettava tra incassi bassi ed episodi spiacevoli che dobbiamo gestire spesso da soli».

A luglio scorso gli esercenti avevano chiesto un incontro con gli assessori per spiegare la situazione che stanno vivendo e per un supporto da parte dell’amministrazione comunale. L’assessore alle opere pubbliche Domenico Scaramuzzi, in quell’occasione, aveva spiegato che il cantiere resterà aperto sino alla fine dell’anno. Con una rassicurazione, però: il cantiere sarà chiuso nei tempi prestabiliti e senza ulteriori ritardi. «Comprendo - aveva detto - le difficoltà ma consegneremo alla città una piazza nuova, un biglietto da visita per i nostri turisti». Il progetto prevede infatti il restyiling degli spazi verdi esistenti, la realizzazione “in quota” della pavimentazione della parte centrale della piazza in ideale prosecuzione di via Sparano, così da conservare l’idea di un percorso pedonale unitario che da piazza Moro conduce fino a corso Vittorio Emanuele. Oltre a nuovi sistemi di illuminazione e all’installazione di arredi urbani e chioschi.

Il 5 agosto dopo una breve paura - a causa del ritrovamento di un antico basolato - sono ripresi a pieno ritmo i lavori. Continua, quindi, la gara contro il tempo. Le rassicurazioni giunte dall’amministrazione almeno per il momento non hanno rasserenato gli esercenti stretti tra la morsa degli incassi bassi e del clima di abbandono che regna in quel fazzoletto di strada. «In tanti temiamo di dover anche scegliere a settembre di tagliare il personale. Una decisione dolorosa, ma necessaria. Qui siamo rimasti soli».

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