«La normativa interna consente, per le associazioni sportive, di derogare a quella euro-unitaria, ma non impone alcun divieto di ricorrere a selezione comparativa e competitiva, laddove l’ente ritenga di optare per tale metodo di scelta del concessionario». Questa frase del Tar rimette la palla al centro nella vicenda sulle concessioni demaniali ai circoli sportivi. Pur rigettando i ricorsi, ultimo quello dell’associazione sportiva dilettantistica «Circolo della Vela», dopo Barion, Maestrale e Circolo Unione, dando ragione al Comune, i giudici lasciano aperta la possibilità di valutare se fare le gare oppure no.
«È una scelta politica» dice Leonardo Patroni Griffi, presidente della Vela, ultimo dei circoli destinatari della sentenza che ha dichiarato il ricorso in parte improcedibile, in parte inammissibile, in parte irricevibile e, comunque, infondato nel merito. Una sentenza, però, che secondo Patroni Griffi «segna un punto a favore dei circoli nella parte in cui dice, per la prima volta, che alle associazioni sportive dilettantistiche non si applica la Bolkestein».
E lo dice in quel passaggio chiave. Anche se gli stessi giudici, nel capoverso successivo, dicono «che lo strumento selettivo competitivo resta sempre quello preferibile perché non solo tutela in massima misura la concorrenza, garantendo così gli operatori privati, ma anche perché tutela nel miglior modo l’interesse pubblico alla migliore gestione delle risorse a disposizione della collettività. Dunque, tanto sotto il profilo del rispetto dei principi comunitari, quanto in relazione al principio costituzionale di buon andamento, lo strumento scelto non si presta a critiche di legittimità».
In ogni caso, la decisione spetta al Comune, che non è obbligato a mettere a gara le concessioni di quelle aree demaniali. Può farlo se lo ritiene, ma potrebbe decidere in senso contrario, a tutela delle attività e dei pezzi di storia della città che quelle strutture rappresentano. E così il destino dei circoli sportivi, in attesa degli eventuali ricorsi al Consiglio di Stato, resta in sospeso. Al momento l’amministrazione comunale ha avviato una serie di procedure propedeutiche alla indizione delle gare (la ricognizione delle strutture al fine di calcolare gli eventuali indennizzi in caso di affidamento a nuovi gestori). Ma delle gare vere e proprie ancora non vi è traccia.
«Il Comune aveva sempre fatto i suoi provvedimenti ritenendo obbligatoria l’applicazione della direttiva europea Bolkestein anche ai circoli sportivi, poi c’è stato un provvedimento normativo che ha chiarito che non lo è e ora lo dice anche il Tar. Tocca al Comune, nella sua piena discrezionalità - dice il presidente Patroni Griffi - decidere come procedere, se con delle gare come gli è consentito, oppure trovando altre forme. È una scelta politica».
Secondo il presidente della Vela, la scelta dovrà poggiarsi su «valutazioni di interesse pubblico», tenuto conto che la norma ha chiarito una volta per tutte che non è possibile «equiparare attività economiche con asd sportive con funzione sociale e storica». Basti pensare ai cento anni di storia del Barion, «e noi ci siamo vicini» dice Patroni Griffi, definendo queste realtà, «la tradizione della città».
Certo, «valuteremo se impugnare» aggiunge il presidente, che nella causa dinanzi ai giudici amministrativi è stato assistito dall'avvocato Franco Gagliardi La Gala. Stessa valutazione che stanno facendo anche gli altri circoli. Ma il prossimo concreto e fondamentale passo, è «aprire una interlocuzione con il Comune, che è comunque autonomo nel decidere. Ha ragione il Tar - spiega meglio Patroni Griffi - nessuna norma impone al Comune di non fare le gare». Ma neppure lo obbliga a farle. « È una scelta discrezionale. Rispetto a enti e associazioni che hanno meriti storici e sportivi sceglierà lui».
Secondo il presidente della Vela, dunque, si tratta - nonostante il rigetto - di «una sentenza importante: i ricorsi li abbiamo persi, ma il Tar conferma che le associazioni sportive non sono soggette alla Bolkestein». Patroni Griffi è fiducioso. «Ora si apre una fase di interlocuzione con il Comune e sono sicuro che tutelerà le associazioni sportive. Parliamo di associazioni che hanno fatto tanto per lo sport cittadino. Vedo il bicchiere mezzo pieno: non c’è motivo per avere un comportamento ostile. È vero che sono circoli privati, ma sono associazioni sportive che da sempre si sono aperte al territorio con una profonda funzione sociale, non bisogna essere soci per partecipare alle attività, basti pensare a tutta la parte della Vela per i disabili. Siamo una parte importante della storia della città. È un pezzo della storia di Bari che rischierebbe di andare via. Le città - conclude Patroni Griffi - sono fatte di storia, tradizioni, ricordi, punti di aggregazione. E come lo sono le piccole e grandi associazioni sportive, sociali e culturali della città, che sempre il Comune tutela, lo sono anche i Circoli sportivi».