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A Bari tanto food e catene: così cambia il Murattiano

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

A Bari tanto food e catene: così cambia il Murattiano

L’espansione dei grandi marchi soppianta sempre più la tradizione cittadina

Mercoledì 16 Luglio 2025, 13:01

Grandi marchi, attività esclusive dedicate al «food», uno shopping sempre più «mirato» e veloce. Prosegue inesorabilmente il cambiamento del quartiere murattiano: le vie dei negozi nel centro cittadino mutano volto sempre più rapidamente, spingendo con forza in una «nicchia» gli storici commercianti locali, schiacciati da una concorrenza improba. Il «viaggio» nel cuore del centro rivela una vera rivoluzione.

Il «salotto buono» del capoluogo ha vissuto trasformazioni profonde: prima quella del restyling del 2018 che ne ha mutato radicalmente lo stile portandolo ad una vocazione più europea, poi la trasformazione dettata dai grandi brand di moda, che gradualmente hanno affermato la propria presenza lungo tutto il corso. I negozi nati dalla tipica vocazione imprenditoriale barese restano ormai un’esigua minoranza rispetto ai marchi celebri. Considerando soltanto l’ultimo lustro, l’invasione dei franchising è stata globale: Zara Uomo ha rimpiazzato il negozio di abbigliamento Oysho, al posto dei magazzini Nova, sorge ora una catena di profumeria, scomparsi anche Ciccolella, Sant’Agostino, la gioielleria Trizio Caiati, che dopo 50 anni di attività è stata rimpiazzata da Ralph Lauren, così come Cima è stato rimpiazzato da Yves Saint Laurent e Desigual dal celebre Victoria’s Secret. Spopolano tra i giovani soprattutto Mc2 Saint Barth recentemente arrivato con la sua linea innovativa, così come è già una realtà, ad esempio, il negozio Legami che sfoggia articoli di cartoleria di ogni tipo, nonché gadgets da regalo o oggettistica utile per il lavoro. In fondo, è l’evoluzione inevitabile dei tempi. Via Sparano si adegua alle mode giovanili ospitando i marchi più in voga, si pone ad un ritmo di shopping più veloce e dinamico, con la possibilità di «andare a colpo sicuro», magari riducendo il tempo delle passeggiate. La strada accoglie i turisti che, forse, vogliono trovare i riferimenti presenti ormai in ogni Paese. Una necessità imposta anche dai collegamenti con le grandi capitali europee o mondiali. Così, accade che si siano spente le luci persino a Palazzo Mincuzzi, dopo l’addio di Benetton ed in pochi portino avanti la tradizione cittadina. Resiste, ad esempio, la gioielleria Aquilino, al civico 29, a conduzione familiare. O la storica «Mossa Gioiellieri» che affonda le sue radici ai primi del ‘900. Nel settore dell’abbigliamento, resta Peroni, fondato nel 1922, in quello della pelletteria rimane un riferimento Solfato. Pur gravati da una concorrenza quasi impari per mezzi e risorse, rappresentano ora i bastioni a cui si aggrappano tradizione e speranza.

Nel corso del 2024 ha chiuso i battenti Asselta (la storica boutique di abbigliamento per donna), così come aveva già dato l’addio Santamato, un altro «polo» di tradizione per il vestiario. Si temeva una crisi, invece immediatamente sulla zona hanno investito i grandi marchi internazionali. In pochi mesi, infatti, sono arrivati Boggi, New Balance, The North Face per l’abbigliamento, Coccinelle Store specializzata in pelletteria e accessori del segmento «lusso accessibile», Mabina e Kidult per la gioielleria.

Ma tante sono le novità anche per il «food»: a cominciare da Starbucks la celebre catena di caffetterie con il simbolo della «sirena» nota in tutto il mondo, per proseguire con le bracerie come Picadinho o La Tradizione, o, ancora, il locale di dolci giapponesi Fuwa (famoso per i soufflé pancake), il negozio di liquori «Amaro Lucano», la gelateria artigianale «Se ti va». Firme giovani e dinamiche che spostano la connatazione della strada verso un preciso di target d’età pensato per i ragazzi che l’affollano nelle serate estive provenendo da tutti i quartieri, così come tanti sono gli universitari in arrivo dalla provincia che passeggiano in cerca di prodotti freschi, in un ambiente che ne asseconda i ritmi. Come una sorta di centro commerciale all’aperto, lo è shopping realmente alla portata di tutte le tasche, tra locali eterogenei tra loro. Un cambiamento radicale, dunque, che si pone al passo con i tempi, pur lasciando un pizzico di nostalgia.

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