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«Non aggravò il dissesto, cercò di salvare la Kentron di Putignano»: assolto l'ex amministratore Pulieri

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

«Non aggravò il dissesto, cercò di salvare la Kentron di Putignano»: assolto l'ex amministratore Pulieri

A circa 10 anni dai fatti contestati è ora definitiva la sentenza di assoluzione con formula piena emessa nel settembre 2024 dalla Corte d’Appello di Bari

Martedì 08 Luglio 2025, 13:38

La gestione della società Kentron di Putignano, nel periodo in cui è stata amministrata dal commercialista barese Gianpaolo Pulieri, «non è stata improntata al perseguimento di interessi personali, ma alla salvaguardia dell’azienda». A circa 10 anni dai fatti contestati è ora definitiva la sentenza di assoluzione con formula piena emessa nel settembre 2024 dalla Corte d’Appello di Bari: Pulieri è estraneo alla grave accusa di bancarotta contestata a suo carico. La vicenda è un rivolo meno noto della inchiesta sulla Kentron, società che un tempo gestiva la clinica Giovanni Paolo II di Putignano: nel mirino dei pm all’epoca finirono spese pazze addebitate all’azienda, dagli abiti al vino, dai gioielli alle borse griffate. E poi ancora rimborsi per trasferte inesistenti, centinaia di prelievi in contanti dalla cassa della radiodiagnostica.

È questo il contesto nel quale Pulieri, nel lontano 2014 venne chiamato da Court Estate (allora società a sua volta in amministrazione giudiziaria e capogruppo di Kentron) per mettere ordine e gestire la clinica in quel momento sull'orlo del crac. Stando alle indagini, il professionista barese, nella sua veste di amministratore, avrebbe concorso ad aggravare il dissesto già esistente con una serie di condotte (allontanamento di clienti; sostituzione di professionisti e assunzione di personale esterno con aggravio di spese; sottrazione di beni ai creditori) con l’obiettivo personale di proseguire la sua attività di amministratore. Due sentenze di merito, al contrario, hanno stabilito l’estraneità di Pulieri ai fatti addebitati. E adesso arriva anche il sigillo della Cassazione. Del resto, già al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, la stessa pubblica accusa, con il pm Desireè Digeronimo, aveva chiesto l’assoluzione di Pulieri. Dello stesso avviso il gup del Tribunale di Bari Isabella Valenzi che nell’aprile 2022 assolse Pulieri “perché il fatto non sussiste”.

Il professionista, assistito dall’avvocato Roberto Di Marzo (studio FPS) aveva fornito «convincenti giustificazioni in relazione alle scelte contestate, attraverso la precisa e cronologica ricostruzione dei fatti». La stessa relazione del consulente tecnico della Procura, il commercialista Massimiliano Cassano «aveva evidenziato l’assenza di distrazione di risorse societarie» da parte di Pulieri.

Ma la Procura generale, con il sostituto procuratore generale Francesco Bretone, magistrato inquirente che da pm, aveva avviato gli accertamenti su Pulieri, fece appello contro l’assoluzione, impugnazione ritenuta dai giudici di secondo grado «alquanto incoerente in relazione alle conclusioni in precedenza già rassegnate sugli stessi fatti e sulla stessa imputazione dalla medesima Procura», scrive tra l’altro la Corte d’Appello (Maria Teresa Romita presidente, Roberto Cappitelli consigliere, Vincenzo Paolo Depalma estensore). Presunte condotte dissipative che «non sono sufficientemente dettagliate» a parte, a Pulieri non si può addebitare l’aggravamento del dissesto già preesistente e determinato dalla precedente gestione. Anzi, il commercialista aveva posto in essere una manovra che «consentiva la prosecuzione aziendale», con un effetto positivo a catena: la successiva amministrazione giungeva al concordato con l’ingresso del nuovo socio nella compagine societaria; e i creditori hanno potuto accedere ai finanziamenti ulteriori grazie alla cessione dell’azienda ed alla prosecuzione della continuità aziendale, sintetizzano i giudici. Oggi la clinica di Putignano è gestita dal gruppo molisano Neuromed.

Quanto all’ulteriore ricorso in Cassazione della Procura generale, per il supremo collegio è inammissibile perché attiene a profili già vagliati nel merito o perché i motivi sono «manifestamente infondati». Di qui l’assoluzione definitiva con formula piena per Pulieri.

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