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«Sii felice sei a Bari... non a Gaza»: la città scende in piazza per la Palestina e spunta uno striscione

«Sii felice sei a Bari... non a Gaza»: la città scende in piazza per la Palestina e spunta uno striscione

 
Redazione online

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«Sii felice sei a Bari... non a Gaza»: la città scende in piazza per la Palestina e spunta uno striscione

Ieri pomeriggio 14 giugno i manifestanti hanno ribadito con forza il rifiuto di ogni ambiguità e l'inno alla pace

Domenica 15 Giugno 2025, 09:41

17:25

«Sii felice sei a Bari... non a Gaza». È il contenuto di uno striscione comparso in centro città, parodia dell'iconica scritta diventata ormai slogan. Ieri pomeriggio, sabato 14 giugno, piazza Umberto è stata teatro di un partecipato corteo in solidarietà con il popolo palestinese. Centinaia di persone si sono ritrovate nel cuore di Bari per denunciare apertamente la complicità politica e istituzionale nella repressione in corso a Gaza e nei territori occupati.

Dietro lo striscione d’apertura e tra cori, bandiere e interventi al megafono, i manifestanti hanno ribadito con forza il rifiuto di ogni ambiguità: “Non bastano più le parole – si leggeva nel volantino diffuso nei giorni precedenti – bisogna rompere ogni rapporto con Israele, con le aziende belliche che lo riforniscono, con le banche che lo finanziano”.

Il corteo ha attraversato le vie del centro cittadino in modo determinato ma pacifico, scandendo slogan contro l’occupazione israeliana e contro l’ipocrisia delle istituzioni italiane. Più volte sono stati chiamati in causa il sindaco Antonio Decaro, il rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, il presidente della Regione Michele Emiliano e il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, accusati di proclamare vicinanza alla Palestina mentre mantengono rapporti istituzionali, economici o culturali con lo Stato israeliano.

Tra le richieste portate in piazza: la chiusura del consolato onorario israeliano in Puglia, lo stop immediato alla collaborazione tra enti pubblici e aziende legate alla filiera bellica, il boicottaggio attivo e concreto delle strutture che traggono profitto dalla guerra.

Il corteo si è concluso senza tensioni, ma con la promessa di tornare in strada: “Questo non è un punto di arrivo – hanno dichiarato alcune voci dal megafono – ma solo l’inizio. La solidarietà non è uno slogan: è lotta quotidiana, finché la Palestina non sarà libera”.

L’appuntamento di ieri si inserisce in una serie di mobilitazioni che, in tutta Italia e nel mondo, chiedono la fine dell’occupazione, il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese e giustizia per tutte le vittime del conflitto.

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