BARI - «Non è ancora tecnicamente estate, ma con il caldo di questi giorni già si vedono i problemi che si potranno registrare a Pane e Pomodoro. Siamo stati facili profeti. Già un paio di mesi fa avevamo rappresentato all'amministrazione comunale i rischi a cui dare risposta, ma ad oggi nulla è stato fatto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti». Ottavio De Gregorio e gli altri volontari che fanno servizio di assistenza a Pane e Pomodoro lanciano l'allarme su sicurezza e pulizia, due aspetti non marginali nella gestione di quella che è una delle icone della città, quella cartolina che piace tanto ai turisti salvo poi trovarsi di fronte a rifiuti e disservizi.
«Il Primo Maggio è stata una sorta di prova generale – spiega De Gregorio -, con la chiusura di Torre Quetta, Pane e Pomodoro è l'unico spazio di accesso al mare di questa parte di città. L'afflusso di gente triplicherà. Il primo maggio abbiamo valutato non meno di 6mila persone in spiaggia. I parcheggi erano insufficienti, le code erano già lunghissime alle 9.30».
La spiaggia presenta già alcuni problemi che potevano essere risolti per tempo: da una pulizia che deve essere costante (al netto di comportamenti incivili) e non solo effettuata la mattina, al servizio di custodia per gli oggetti personali (le cassette predisposte non sono ancora state riattivate), servizi igienici e fontanelle in buona manutenzione e soprattutto la sicurezza sia contro i furti di borse e borsellini sui teli, sia di salvataggio in caso di malori in mare.
«Uno scenario di necessità che avevamo già fatto presente al Comune durante una riunione che abbiamo fatto un paio di mesi fa con il Direttore generale e gli assessori – sottolinea De Gregorio -. Noi qui siamo una sorta di front office e chi ha problemi è a noi che si rivolge. Ma sembra normale che per comunicare il malfunzionamento di lavapiedi, fontanine, bagni e docce ci siano quattro referenti diversi? E soprattutto che se succede qualcosa di sabato si deve aspettare il lunedì per un intervento? L'anno scorso è successo che i bagni si intasassero, l'acqua fuoriusciva e siccome era venerdì sera si sono dovuti aspettare oltre due giorni. Avevamo suggerito all'amministrazione di individuare un unico soggetto di riferimento, ma sembra non sia possibile. Poi la pulizia, al momento se ne occupa Amiu ma solo una volta al giorno, la mattina. Con la mole di gente che si riversa in spiaggia ci vogliono almeno tre turni come faceva la cooperativa lo scorso anno. E ci vuole da subito, non da luglio. Poi la sicurezza: bisogna comunicare specie ai turisti che non possono lasciare incustoditi borse o altri oggetti di valore, le cassette si devono rendere fruibili ora e soprattutto il servizio di salvataggio, deve partire subito».
I volontari sono un fiume in piena, il desiderio non è sollevare polemiche ma avviare un sistema collaborativo. «La nostra è una attività di volontariato puro. Ci teniamo alla nostra città, al decoro, a far si che una giornata in spiaggia sia un momento di relax e non di tensione. Noi ci siamo, ma c'è bisogno di più cura. Che quest'anno, con la chiusura di Torre Quetta, Pane e Pomodoro poteva avere dei problemi da congestione si sapeva, perché non ci si è mossi per tempo? Siamo a maggio, lo sappiamo che con il sole questo diventa uno spazio dove si affollano turisti, residenti. Tra sabato e domenica è come se un piccolo paese passasse da qui. Ci vogliono servizi, cura, attenzione».
E questo da parte di tutti, anche di chi crede che la spiaggia sia un bivacco. Ieri Amiu ha pulito la mattina ed è tornata all’ora di pranzo a svuotare cestini e raccogliere rifiuti: dopo pochi minuti plastiche bottiglie e cartacce sono rispuntate come funghi.