BARI - La gara per l’appalto da 367 milioni di euro per la realizzazione del Parco della Giustizia va avanti. Il ricorso del Comitato di residenti di Carrassi che ha il sostegno dell’associazione ambientalista Fare Verde - con l’udienza di merito al Consiglio di Stato già fissata a settembre - non ferma l’iter dell’Agenzia del Demanio che in queste settimane sta definendo i termini della aggiudicazione.
La legittimità del progetto sarà discussa e decisa dai giudici amministrativi dopo l’estate, ma le procedure di gara non si fermano. Il Demanio ha infatti stabilito la prossima seduta pubblica per domani. Potrebbe essere la riunione decisiva prima dell’aggiudicazione ufficiale. La Commissione di gara, dopo la valutazione di tutte le offerte, ha già individuato, tra i concorrenti, il raggruppamento di imprese che dovrebbe realizzare l’opera: Cobar di Altamura dell’imprenditore Vito Barozzi con Sac (Società Appalti Costruzioni) di Roma.
Il progetto prevede la realizzazione di un grande parco pubblico destinato a ospitare tutti gli uffici giudiziari di Bari nell’area delle ex Casermette Milano e Capozzi. I quattro palazzi di giustizia sorgeranno tutti sul lato sud. Avranno una disposizione a corte, come a comporre un quadrifoglio, e dal livello interrato, in cui saranno collocati i parcheggi riservati agli addetti ai lavori, i depositi, gli archivi e gli ambienti di servizio, si eleveranno fino a tre o quattro piani. Uno sarà dedicato a Tribunale penale e Procura; il secondo al Tribunale civile; il terzo a Corte d’Appello e Procura generale; il quarto a Tribunale di Sorveglianza, Tribunale dei Minorenni e Giudice di Pace. A nord ci sarà invece il parco verde da 77mila mq con 900 alberi e percorsi ciclabili, che sarà gestito dal Comune. La posa della prima pietra è prevista entro l’anno. Tra la fine del 2026 e la primavera 2027 potrebbe essere già costruito il primo palazzo, quello dove si trasferiranno gli uffici penali, oggi in fitto nelle torri di via Dioguardi a Poggiofranco.
Un progetto che negli ultimi mesi è stato al centro di diversi contenziosi giudiziari, alcuni tuttora pendenti. Da un lato c’è l’inchiesta penale, conclusa con richiesta di archiviazione, ma opposta dagli ambientalisti (si è in attesa della decisione del gip). Dall’altro c’è il ricorso del Comitato di scopo «Per un parco verde di quartiere alle ex Casermette» con una decina di residenti del quartiere, assistiti dall’avvocato Fabrizio Lofoco, che si oppongono all’opera. Dopo il rigetto del Tar e un primo rigetto cautelare del Consiglio di Stato, nei giorni scorsi è stata discussa la nuova istanza di sospensiva. I giudici del Consiglio di Stato, con un provvedimento le cui motivazioni e i cui contenuti non sono ancora noti, ha fissato per il prossimo 18 settembre l’udienza di merito per discutere il ricorso. Secondo il gruppo di residenti, l’opera violerebbe norme edilizie e urbanistiche, oltre a rappresentare un danno ambientale, in quanto - stando al piano regolatore vigente - quell’area è destinata a verde di quartiere e non sarebbe quindi possibile edificare i circa 550mila metri cubi previsti dal progetto.
Il Demanio, a quanto pare dalla seduta di gara fissata per domani, non intende aspettare la decisione del Consiglio di Stato che è prevista in autunno.