Sabato 06 Settembre 2025 | 19:23

Forniture agli stomizzati, dubbi dell’Anac. Ma l’Asl Bari: «Andiamo avanti lo stesso»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

«In Puglia non si trovano direttori sanitari», il bando dell'Asl Bari: «Si cerca in tutta Italia»

Asl Bari

Nel mirino un appalto triennale da 26 milioni di euro. L'anticorruzione: la procedura prescelta limita la concorrenza

Sabato 05 Aprile 2025, 10:22

BARI - L’Anac bacchetta la Asl di Bari sul procedimento da 26 milioni per l’acquisto e l’assistenza tecnica sui dispositivi per gli stomizzati, una scelta su cui l’azienda sanitaria nel 2021 era anche stata premiata dalle associazioni dei pazienti. Ma secondo l’Anticorruzione, che ha aperto un fasicolo dopo l’esposto di un rivenditore, la Asl avrebbe avuto un approccio troppo restrittivo che restringe la concorrenza: l’acquisto dei dispositivi a prezzo fisso (a prescindere dal fornitore) e la stipula di contratti a seguito di procedura negoziata aperta solo a chi dimostra di possedere il mandato di vendita del produttore.

Il caso è particolarissimo ma è una goccia nel mare della spesa per i dispositivi sanitari. Nella sola Asl di Bari nell’ultimo biennio ci sono stati circa 20mila pazienti che hanno avuto bisogno di ausili protesici per la stomia (sacche e placche). Si tratta di dispositivi che vengono prescritti dai medici sulla base delle preferenze del singolo paziente attraverso un codice univoco che ne individua marca e modello, una possibilità prevista esplicitamente dai decreti ministeriali sui dispositivi monouso. Le aziende sanitarie sono tenute a garantire ai pazienti la disponibilità di ognuno dei dispositivi inseriti nel nomenclatore ministeriale. I produttori sul mercato sono pochissimi (cinque), hanno propri canali di commercializzazione ufficiali ma ci sono anche distributori che si approvvigionano all’estero: siccome però questi dispositivi vengono spesso aggiornati, è necessario garantire la qualità della fornitura anche attraverso l’assistenza al paziente utilizzatore. Da qui la decisione dell’azienda sanitaria contenuta in una delibera firmata a gennaio dal direttore generale Luigi Fruscio per le forniture del triennio 2025-2027: una manifestazione di interesse per individuare gli operatori disponibili a vendere al prezzo prefissato (che comprende anche consegna domiciliare e assistenza), e quindi una procedura negoziata per definire il contratto di fornitura.

Nel parere di precontenzioso depositato lunedì, l’Anac ha però ritenuto questa scelta contraria ai principi di libera concorrenza e non giustificata sulla base dell’«infungibilità» (l’unicità) del bene da acquistare. «In assenza di ragioni di interesse pubblico e di motivazioni di natura tecnica, la richiesta (peraltro, a pena di esclusione) di un accordo commerciale con la casa madre, in combinato disposto con la “chiusura” alla concorrenza determinata dall’impostazione della presente procedura».

A fronte del parere dell’Anticorruzione, la stazione appaltante può ritirare la procedura oppure andare avanti fornendo le motivazioni in base a cui ritiene che la propria scelta non violi le leggi. In quest’ultimo caso, però, l’Anac può impugnare la delibera davanti al Tar. La Asl non è intenzionata a bloccare il procedimento, e nei prossimi giorni depositerà una memoria chiedendo anche l’audizione personale: «Siamo certi - dicono dall’azienda sanitaria - che riusciremo a dimostrare l’assoluta legittimità e la ragionevolezza di quanto abbiamo fatto fino dal 2015».

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