BARI - I nove agenti di Polizia locale trasferiti venerdì dal Comune di Bari sono stati adibiti a mansioni che non richiedono l’uso delle armi. È questa la decisione presa all’indomani delle ispezioni effettuate dalla Prefettura dopo il blitz «Codice Interno» di febbraio 2024: i nove agenti, tutti incensurati, risultano però avere (o avere avuto) contatti con persone controindicate in quanto appartenenti ai clan mafiosi di Japigia.
All’indomani dell’ispezione, il 18 febbraio, il prefetto Francesco Russo ha comunicato al sindaco Vito Leccese che non sono emersi elementi tali da giustificare lo scioglimento per mafia dell’amministrazione, pure a fronte di irregolarità che riguardano, oltre che la Polizia municipale, anche due società partecipate (Amiu e Multiservizi). E così, in attesa del provvedimento annunciato per i nove vigili (la revoca del titolo di pubblica sicurezza, che comporta il ritiro del porto d’armi), il Comune ha proceduto a un trasferimento «per esigenze di servizio».
Da ieri mattina i nove vigili sono stati trasferiti a una struttura organizzativa diversa rispetto a quella a cui appartenevano fino a venerdì, a mansioni di ufficio che non richiedono l’utilizzo dell’arma di ordinanza. Le pistole erano già state ritirate alcuni mesi fa, ufficialmente per una attività programmata di manutenzione che riguarda una cinquantina di agenti: a questo punto ai nove trasferiti non verranno restituite.
Nelle lettere di trasferimento firmate dal direttore generale del Comune, Davide Pellegrino, non si fa riferimento agli esiti dell’istruttoria della Prefettura. Ma...