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Perinetti e il suo Bari: «Caccia alla qualità»

Perinetti e il suo Bari: «Caccia alla qualità»

 
pierpaolo paterno

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pierpaolo paterno

Perinetti e il suo Bari «Caccia alla qualità»

Perinetti costruì con Vincenzo Matarrese il Bari che seppe dominare il campionato di serie B :«Serve denaro e trovare un bomber... quasi un’impresa»

Venerdì 10 Gennaio 2025, 12:59

BARI - In attesa di novità professionali e di decisioni personali che dalla prossima primavera non escludono un trasferimento a Bari, Giorgio Perinetti delinea gli scenari possibili dei biancorossi e del torneo cadetto alle prese con la ripresa dei giochi dopo la pausa natalizia e la campagna di potenziamento iniziata il 2 gennaio.

Direttore, immaginiamo stia seguendo il calciomercato di serie B. Chi si sta muovendo meglio e da chi dovremo aspettarci il colpo?

«Siamo all’inizio e non noto grandissime novità. Si deve ancora entrare nel vivo. Credo, però, che dopo le partite di domenica prossima assisteremo ad una forte accelerata delle situazioni di mercato. Solo la Salernitana si è assicurata due attaccanti forti come Cerri e Raimondo. Le punte sono sempre i profili più ambiti. I campani ne hanno presi due di qualità, uno giovane ed uno di esperienza. Credo abbiano mandato il segnale di voler riscattare la stagione. Aspettiamo cosa succedere a Palermo, o a Pisa. A La Spezia non lo so. Bisogna capire quanta voglia ci sia di introdurre cambiamenti. Se non mi è sfuggito qualcosa, mi sembra un mercato ancora in fase di stallo. Diciamo che non c’è stata una partenza bruciante. Come sempre accade, si vorrebbe consegnare subito dei calciatori agli allenatori ma poi succede sempre che giungano intoppi. Conta l’effetto domino. Se non scatta una prima operazione principale, non si si dà la stura a tutto il resto. Il mercato degli attaccanti è quello più intricato e complesso. C’è il Brescia che si interroga su Borrelli. Lo stesso Palermo non ha ufficializzato un discorso su Brunori. Ha solo fatto capire che il ragazzo è importante e non va via se non per esigenze particolari. Non ci sono certezze».

In base alla sua esperienza, quali sono le dinamiche e le strategie da seguire nella sessione invernale? Ci sono delle tattiche da seguire?

«Non è questione di strategie. La parola chiave nel mercato di gennaio è disponibilità. Nel senso che è inutile fare voli pindarici. Bisogna vedere quali giocatori sono effettivamente disponibili sul mercato. Altrimenti si rischia di arrivare all’ultima settimana senza alternative. Occorre capire quali sono i giocatori intenzionati a muoversi o quelli che le società sono disposte a lasciar partire. In caso contrario, ragioniamo di trattative sterili, di contatti senza definizioni».

Lei che conosce bene l’ambiente, questi movimenti nascono adesso oppure si avviano già a dicembre?

«Se fossero discorsi nati a dicembre, avremmo già visto giocatori trasferirsi nei primi giorni di gennaio. Non succede mai questo. E se giochi il 26 e il 29 dicembre si attende, facendo inevitabilmente slittare le operazioni più avanti. Credo che solamente dopo le partite di questo sabato e domenica, il mercato di B si muoverà con più vivacità».

Circola una leggenda metropolitana per cui a gennaio pare non si facciano veri affari. Lei però a Bari smentì la teoria, portando gente come Guberti, Lanzafame e Kutuzov.

«Quello fu un anno particolare. Il Bari era in grande rilancio. Conte aveva portato la squadra ai primi posti della classifica pur non partendo favorita. Valutammo delle opportunità e con la proprietà decidemmo di investire per la A. Concludemmo delle operazioni importanti».

Curioso l’arrivo di Guberti.

«Roberto era fuori rosa ad Ascoli, dove era in scadenza, e si era già impegnato per firmare il primo luglio con la Roma. Incontrai il ragazzo ed il procuratore De Nicola per proporgli di vincere la B col Bari. Mi disse subito di sì. Venne in prestito con un piccolo indennizzo».

Secondo lei, cosa serve al Bari in questa sessione?

«Ritorniamo sempre alla parola chiave della disponibilità. Per migliorare la squadra, bisogna raggiungere risorse disponibili a fare qualcosa in più. Sembra che il Bari cerchi un altro trequartista. Non so, a questo punto, se Sibilli resti. Sgarbi è andato via. Le punte sono difficili da trovare. E come dice Magalini, non ci si può permettere Brunori. Forse servirebbe un centrocampista che porti più qualità. Il Bari ha trovato continuità e identità. Longo ha fatto il suo».

Gli attaccanti non segnano tantissimo. Anzi sono a digiuno da settimane.

«Il ruolo più difficile da trovare è l’attaccante. La Salernitana ha bruciato tutti sul tempo, assicurando due colpi a Breda. Una mossa anticipata che ha escluso dai giochi le altre. Tutto parte da una operazione che magari sbocca tutte le altre. Però bisogna capire quando si parte».

Che girone di ritorno si aspetta dal Bari e dal campionato?

«Sono in ritardo squadre forti come Palermo, Sampdoria e Cremonese. Credo che il Bari sia inserito nel discorso playoff e deve cercare di mantenere questa posizione, se non migliorarla in funzione di un buon piazzamento. Per la A diretta non ne parliamo proprio. Le prime due poltrone sembrano irraggiungibili. Senza pensare ai playoff, il Bari deve puntare ad ottenere la migliore posizione tenendo conto dei probabili recuperi delle formazioni alle spalle».

L’idea del playoff potrebbe condizionare anche un po’ le mosse.

«Se ci si adagia su questo pensiero, si commette un grave errore. La B è talmente insidiosa che puoi scivolare. Invece, devi pensare partita dopo partita per puntare ad una posizione consona in vista degli spareggi».

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