BARI - «Io non ho un contratto di manutenzione e non ho nemmeno un registro degli interventi, intervengo a chiamata. Era don Antonio Ruccia che si occupava della culla, era lui che provava e controllava» sono queste le prime parole pronunciate telefonicamente ai microfoni di Storie Italiane, da Vincenzo Nanocchio il tecnico indagato col prete a Bari per l’omicidio colposo del neonato abbandonato in culla ma trovato morto. L'intervista raccolta dalla Rai1 e andata in onda questa mattina riporta le dichiarazioni del tecnico, che vi riportiamo di seguito.
«Quando ho fatto la riparazione, il sensore della culla termica funzionava regolarmente» ha spiegato l'uomo aggiungendo che la culla aveva avuto un guasto il 14 dicembre scorso dopo un blackout e che lui l’aveva riparata dopo una chiamata del prete ma che non ha alcun contratto di manutenzione programmata.
«Il sensore ha funzionato e ha suonato tre volte quando ho fatto la riparazione, l’ho già detto al PM. Io vengo chiamato solo ed esclusivamente a chiamata. Quando Don Antonio mi ha chiamato, ho fatto la riparazione e sono andato via. Io non ho un contratto di manutenzione e non ho nemmeno un registro degli interventi, intervengo a chiamata. Era il Don che si occupa della culla, era lui che provava e controllava» ha aggiunto l’uomo riferendosi a don Antonio Ruccia, parroco della chiesa che si trovava a Roma quando è stato trovato il corpo senza vita del piccolo e che ora risulta indagato con lui per omicidio colposo.