BARI - Lo scontro non accenna a placarsi e, anzi, si inasprisce. Scontro interno tra le diverse sigle sindacali che rappresentano i lavoratori della Polizia locale per le antitetiche prese di posizione rispetto al presunto comportamento «antisindacale» del comandante Michele Palumbo - di cui qualcuno ha chiesto anche la rimozione - e anche scontro con l’amministrazione comunale, accusata di «inerzia» e di fare «due pesi e due misure».
Ieri, nel primo faccia a faccia a Palazzo di Città dopo giorni di botta e risposta a suon di comunicati stampa e lettere, il confronto sarebbe finito a urla e porte sbattute, con resoconti contrastanti persino sull’esito dell’incontro. Stando a quanto riferito dai rappresentanti di Cisl Fp Bari, Uil Fpl Bari e Csa, infatti, a far saltare il tavolo sarebbe stato proprio il primo cittadino, Vito Leccese. Versione subito smentita dal sindaco: «Sono sempre stato pronto al confronto e all'ascolto - ha detto Leccese - ma non intendo farmi trascinare in modo strumentale in questioni che non riguardano le corrette relazioni tra organizzazioni sindacali e tra queste e l’amministrazione. Non sono stato certo io ad abbandonare il tavolo, ma alcune sigle sindacali, compiendo un atto di gravissima scortesia istituzionale. Da parte mia non c’era e non c’è tuttora alcun nervosismo né tantomeno ho offeso qualcuno».
Solo ventiquattr’ore prima le stesse sigle sindacali avevano scritto al Comune e al prefetto comunicando lo stato di agitazione della categoria e annunciando uno sciopero a Capodanno. Quasi immediata è arrivata la convocazione dell’incontro da parte del dg Davide Pellegrino, con l’obiettivo di ritrovare il dialogo. Obiettivo evidentemente mancato. I sindacati, in una nota diffusa qualche ora dopo, hanno parlato di «natura poco chiara dell'incontro, dato che erano stati invitate tutte le sigle sindacali, compresa la Cgil, che nelle polemiche contro il comandante ha assunto una posizione più defilata, ma non la Rsu».
Poi hanno contestato la partecipazione, per la Cgil, di due delegati e non uno - come chiesto nella convocazione - e hanno accusato l’amministrazione comunale di «adottare una politica di “due pesi e due misure”», secondo cui «alcune organizzazioni sindacali godrebbero di trattamenti privilegiati». Infine, hanno accusato il sindaco di aver «reagito con una evidente crisi di nervi. Abbandonando il tavolo, ha sbattuto le carte e ha indirizzato parole poco rispettose nei confronti delle organizzazioni sindacali», dicendosi comunque disponibili a riprendere il dialogo.
La replica di Leccese non si è fatta attendere. «All'incontro – ha spiegato il sindaco - si sono presentati alcuni sindacati invitati e qualcuno non invitato: una sigla sindacale ha ritenuto di partecipare con una doppia presenza. Senza nemmeno attendere la verifica degli accreditamenti, alcuni dei presenti hanno preferito abbandonare il tavolo al quale avevo ritenuto di partecipare, a titolo di cortesia e a testimonianza dell'attenzione dell'amministrazione per le problematiche del personale. Mi sembra evidente, però, che la normale dialettica sindacale stia subendo in questi giorni una torsione verso un atteggiamento di incomprensibile ostilità». «Chi intende discutere non evita il confronto accampando pretesti formali. L'amministrazione - conclude - non teme i confronti ma non può tollerare le strumentalizzazioni. Ricorderò l'episodio di oggi (ieri, ndr) come una brutta pagina».