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Bari, il Natale in via Manzoni sarà pedonale: il rilancio dell'ex arteria dello shopping delle famiglie

 
rita schena

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Bari,  il Natale in via Manzoni sarà pedonale: il rilancio dell'ex arteria dello shopping delle famiglie

E Confesercenti Puglia sigla accordi per i garage. Da anni è sprofondata, al pari del quartiere libertà, in una forte crisi economica tra locali chiusi e sfitti e poco appeal

Sabato 23 Novembre 2024, 15:01

BARI - Parte a giorni l’operazione «via Manzoni». L’ex arteria dello shopping delle famiglie che da anni è sprofondata in una forte crisi economica tra locali chiusi e sfitti e poco appeal. La sua riqualificazione fa parte di un progetto più ampio del Comune che punta, grazie a fondi Pnrr, di risistemare marciapiedi ed illuminazione e soprattutto pedonalizzare la strada e rivitalizzarla con eventi e appuntamenti.

«E come Confesercenti ci stiamo già muovendo in accordo con il Comune per avviare convenzioni con i garage limitrofi e facilitare così lo shopping ai potenziali clienti – spiega Benny Campobasso presidente Confesercenti Puglia e presidente nazionale Fismo Confesercenti -. L’amministrazione ci ha spiegato che già durante queste feste natalizie, orientativamente per dicembre e gennaio, si avvierà una sorta di sperimentazione di chiusura della strada e noi ci stiamo ponendo la questione servizi. In linea di massima la pedonalizzazione ci vede concordi, ma servono i servizi perché la strategia di rilancio economico funzioni. I consumatori devono poter arrivare, per questo la nostra idea è facilitare l’accesso garantendo posti auto. Abbiamo proposto anche l’idea di una piccola navetta elettrica che possa girare per le strade».

Negli anni ’70 e ’80 via Manzoni era la strada per antonomasia dello shopping per famiglie: prodotti di buona qualità a prezzi accessibili. Faceva da contraltare a via Sparano che invece da sempre era la strada delle grandi firme dai prezzi più per l’elite. Poi la crisi e il buio, tanti locali iniziarono a chiudere le saracinesche e le luci si spensero.

«Purtroppo l’offerta di abbigliamento che via Manzoni rappresentava, di buona qualità ma a costo più basso, oggi è appaltata dalle multinazionali del fast fashion – sottolinea Campobasso – per un prodotto che non è neanche più di buona qualità. Per questo serve una riflessione attenta di come rivitalizzare via Manzoni. Purtroppo la sua crisi è stata innescata dalla chiusura dei mercati limitrofi, oltre che dal cambio di consumi. Oggi ci sono tanti locali sfitti? Potrebbe diventare l’opportunità per una nuova economia: penso al food, ad esempio. Con affitti più bassi rispetto al centro murattiano, ci potrebbero essere imprenditori interessati a sviluppare nuovi progetti di locali in via Manzoni. E in questa ottica la futura pedonalizzazione garantirebbe una occasione in più, con tavolini all’aperto e spazi per eventi».

A patto che il tutto rientri in una rinascita gestita, per non dover passare dalla padella alla brace. La richiesta di food è sì emergente in città, ma rischia di far esplodere una bolla speculativa, alzando i costi dei locali, oltre che arrivare ad una saturazione per la quale anche bar e pub potrebbero poi non trovare più margini di crescita e guadagno.

«Quando vedo su via Sparano bar che sicuramente pagano almeno 10mila euro al mese, mi chiedo come facciano ad avere i guadagni necessari a reggere – si chiede il presidente Confesercenti Puglia -. Ecco perché è importante che per via Manzoni questa rivitalizzazione sia un percorso guidato. Se da un lato la “fooddizzazione” a cielo aperto è una opportunità che risponde ad una richiesta, c’è anche il rischio di snaturare una strada e abbassare il livello di servizi per i residenti. Di costruirla solo a uso e consumo di turisti e giovani. Invece serve equilibrio. La crisi del commercio urbano la stiamo vivendo, ne conosciamo risvolti e problematiche e proprio grazie a questa esperienza dobbiamo essere in grado di far tesoro dell’oggi e progettare meglio il domani».

E nel domani servono regole contro la concorrenza sleale delle vendite on line, delle promozioni selvagge e riuscire a riportare il piccolo commercio a quello che era: una impresa di prestigio, che veniva consegnata di padre in figlio con orgoglio. Una ossatura economica che la città ha perso.

«Il ricambio generazionale che viene meno è sicuramente un problema del piccolo commercio, sia di una città come Bari, sia di comuni più piccoli della provincia – riflette a voce alta Benny Campobasso -. Dai negozi di moda, a panetterie storiche, i figli non prendono più le redini di attività che sono state dei padri. Spesso sono gli stessi genitori che affermano: “Fai di tutto ma non questo lavoro”. Il commercio, il piccolo commercio, oggi è diventato un lavoro duro. Devi star aperto sette giorni su sette per cercare di rispondere alla concorrenza della gdo, ti trovi a dover svendere merce acquistata a prezzo pieno per stare al passo con le continue promozioni. Ormai sono molte di più le incognite che le certezze quando avvii una piccola attività commerciale. E questo ha segnato e segnerà sempre di più il sistema dei negozi urbani. Per questo lo dico e lo ripeto: servono regole di supporto».

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