ALBEROBELLO - Chiede di mettere fine al degrado e all’abbandono. Quella di Domenico è una storia d’amore con la capitale dei trulli. Barese, classe 1942, ben 45 anni fa acquistò con sua moglie un piccolo complesso di coni. Tirarono fuori 6 milioni di lire, che all’epoca erano una bella somma. Siamo nel rione “Aia Piccola” nel versante sud-est di Alberobello, che prende il nome dal fatto che anticamente vi era posta un’aia “piccola“, usata per la raccolta delle decime, contrapposta ad un’altra aia più “grande” presente nella zona. Oggi l’intero quartiere è forse l’angolo più caratteristico e tranquillo della città, per molti versi ancora abitato da cittadini alberobellesi ed esente dall’aria eccessivamente caotica dei bazar dell’altro rione a trulli della zona “Monti”. Qui è ancora possibile respirare il fascino abitativo di queste strutture uniche al mondo.
Qualche anno dopo l’acquisto, e messo da parte qualche soldino, Domenico e la sua famiglia decisero di iniziare il restauro dei coni. Pietra su pietra, mattone su mattone, quella zona di Alberobello è una vera e propria opera d’arte. Oggi è in pensione, i numeri sono il suo mestiere. Qui lo chiamano tutti “professore”, perché è stato un insegnante di matematica, sia nelle scuole superiori e sia nei licei, finanche alle università di Bari e Lecce. Ogni estate si trasferisce ad Alberobello. Succede così da tante stagioni, persino oggi che le sue primavere sono arrivate a quota 82.
Per raggiungere il trullo di Domenico bisogna superare una transenna, è stata messa lì dalla polizia locale, proprio per via delle erbacce e del degrado che circondano la sua casa. I trulli sono fatti così: le proprietà sono direttamente confinanti, i coni si poggiano l’uno all’altro e i perimetri sembrano accavallarsi tra di loro. La strada è completamente dissestata e non ha alcuno sbocco. È un vicolo chiuso. I vicini raccontano che c’è persino qualche passante che utilizza quella stradina per i bisogni improvvisi e c’è chi giura di aver ritrovato segni riconducibili alla presenza di utilizzatori di droghe. Una situazione su cui occorre intervenire con urgenza. Scrigno prezioso di tesori antichi, l’Aia Piccola è un posto magico, peccato per il degrado.
Qui Domenico ha visto crescere i suoi figli, qui hanno mosso i primi passi da bambini. A lui poco interessa a chi appartenga la responsabilità di porre rimedio, nonostante sia così da 25 anni, più o meno da quando vennero bloccati i lavori su un complesso di trulli confinante. In tutti questi anni sono cambiate le proprietà e con esse si sono avvicendate le amministrazioni pubbliche. Qualcuno faccia qualcosa, lui chiede solo che questo meraviglioso angolo di Alberobello possa ritrovare il suo decoro.
Abitare qui in queste condizioni è davvero difficile, così le sue estati alberobellesi oggi si sono ridotte a poche settimane a cavallo tra i mesi di luglio e agosto. Ci mostra le numerose lettere inviate al Comune e una raccolta firme . Ci ha condotto in casa, ha descritto i quadri da lui realizzati. Sulle nostre teste batte forte il sole di questa lunga estate pugliese, persino ora che siamo quasi a novembre. I turisti percorrono le stradine del rione e proprio lì si fermano stupiti. Sembrano non comprendere come si possa rinunciare a così tanta bellezza. Scattano una foto e scappano via.