BARI - Una nuova consulenza di natura ortopedica per fare piena luce sulle circostanza in cui è morta Maria Arcangela Turturo, la 60enne di Gravina deceduta nella notte fra sabato e domenica dopo essere stata - secondo l’accusa - soffocata dal marito Giuseppe Lacarpia, arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dell’aver agito nei confronti di un familiare.
Ieri pomeriggio c’è stato il conferimento dell’incarico nella stanza del procuratore aggiunto di Bari, Ciro Angelillis: scopo dell’accertamento sarà comprendere la natura delle fratture alle gambe riportate dalla vittima, per accertare l’eventuale compatibilità con l’incidente stradale che Lacarpia ha raccontato ai poliziotti di aver avuto con la sua Fiat 500 X la sera della morte della donna. A suo dire avrebbe perso il controllo del mezzo per poi andare a schiantarsi contro un muro alla destra della carreggiata. È probabile che l’impatto ci sia effettivamente stato, ma gli investigatori della Squadra mobile vogliono vederci chiaro.
Al momento ancora non è dato sapere quando verrà effettuata la consulenza sulle varie fratture riportate, che offrirà un quadro completo della situazione insieme con la perizia medico legale che il dottor Antonio De Donno depositerà fra 90 giorni. Ma certo la necessità di ulteriori accertamenti farà slittare il funerale della vittima.
Intanto Lacarpia è ancora ricoverato nel reparto di cardiologia del Policlinico di Bari, in osservazione: i medici hanno effettuato gli esami sugli enzimi cardiaci, se le sue condizioni lo consentiranno verrà dimesso nei prossimi giorni...