Sabato 06 Settembre 2025 | 19:48

Bari, presidenza del Consiglio comunale: il Pd fa un passo indietro, sosterrà Ranieri

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

Bari, presidenza dell’Aula Dalfino: c’è la fumata bianca «Dem»

Domani 18 settembre la votazione in aula. Todaro: noi stiamo ai patti, ma non se ne abusi

Martedì 17 Settembre 2024, 09:13

09:26

BARI - Presidenza del Consiglio comunale, il passo indietro del Partito democratico per far fare un passo avanti alla alla coalizione di maggioranza. E scongiurare antipatiche conte di voti, rotture e imbarazzi. Il gruppo Dem a Palazzo di Città convergerà su Romeo Ranieri (lista Con) - il candidato prescelto dal centrosinistra, su indicazione del sindaco Vito Leccese -, pur riconoscendo le prerogative di Marco Bronzini, capogruppo Pd, giunto alla quinta consigliatura, ma ancora privo di un meritato riconoscimento.

A sancire il sofferto stop alle barricate a sostegno del docente universitario, sostenuto dalla corrente lacarriana del Pd (6 consiglieri su 10), la riunione della segreteria cittadina tenutasi nell’imminenza della seduta consiliare in programma domani pomeriggio per la seconda sessione di voto dedicata all’individuazione della guida dell’Aula Dalfino. «Marco Bronzini resta l’uomo giusto che avrebbe ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio comunale al momento giusto». Attacca il segretario cittadino PD, Gianfranco Todaro, impegnato da giorni nel delicato ruolo di pontiere.

«Fossimo andati al braccio di ferro saremmo stati tacciati di irresponsabilità – anche e soprattutto dal nostro interno -; invece, dando l’ennesimo segnale di responsabilità, saremo considerati gruppo dirigente debole e supino. Anche e soprattutto dal nostro interno», dice, non senza sottolineare di aver preso «una decisione sofferta, il sostegno a Ranieri, figlia di un ennesimo atto di fiducia», che al contempo «presuppone un grande sacrificio, politico e umano, da parte del miglior dirigente del Pd barese».

Parole al miele per Bronzini, ma anche messaggi nemmeno tanto velati a sindaco e compagni di cordata, rimarcando una volta di più la primogenitura del sostegno alla candidatura di Leccese, ma soprattutto di aver «accettato un numero di assessori che non rispecchia lo sforzo profuso in campagna elettorale» e «il diniego anche della terza postazione apicale del Comune».

«La speranza è che a tutto questo possa seguire finalmente, come auspicato dal livello nazionale, il riconoscimento di una centralità politica del Pd, un suo coinvolgimento effettivo nei processi di elaborazione e decisione politica e un rispetto maggiore dei suoi rappresentanti nelle istituzioni. Noi stiamo ai patti, ma non se ne abusi», chiosa Todaro.

L’appuntamento domani in Aula, obiettivo quota 24 voti per chiudere partita, dispute e imbarazzi.

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