BARI - Subito dopo l’arresto nell’ambito dell’inchiesta per i presunti voti comprati, Alessandro Cataldo ha annunciato l’addio alla politica con lo scioglimento del suo movimento «Sud al Centro». Eppure l’influenza di Sandrino nella politica pugliese c’è ancora, soprattutto nelle società pubbliche in cui Cataldo (e la moglie Anita Maurodinoia) hanno designato i propri uomini nel corso degli anni. Continuando tuttora a pesare e a decidere.
Una di queste società è la Stp di Trani, che gestisce i trasporti interprovinciali tra Bari e la Bat. Venerdì il sindaco barese Vito Leccese ha scritto al suo omologo di Trani, Amedeo Bottaro, per «condividere l’esigenza di una riflessione sulla governance di Stp», i cui organi sono stati rinnovati soltanto lo scorso anno con la forte influenza di Cataldo e Maurodinoia.
Nella Stp è Trani ad avere un peso preminente, dunque Leccese ha bisogno dell’asse con Bottaro. La richiesta avanzata dal primo cittadino barese è di «far convocare una assemblea dei soci per valutare le prospettive aziendali, evitando che nel frattempo il CdA possa assumere decisioni di carattere straordinario».
È un avviso di sfratto che, al di là della importanza relativa della società, lancia un segnale politicamente fortissimo: Leccese vuole marcare l’estraneità del gruppo politico di Cataldo rispetto alla sua attività. In Stp, il cui presidente fa capo al Comune di Trani, la Città metropolitana aveva designato l’avvocato Angela Conserva, su richiesta di Sud al Centro. Tra i sindaci c’è Gavino Nuzzo, l’ex direttore generale della agenzia regionale Adisu (retta dal cugino omonimo di Alessandro Cataldo) che si è dimesso dopo aver ricevuto una perquisizione (la sua posizione è stata nel frattempo archiviata). Ma soprattutto...