Sabato 06 Settembre 2025 | 21:43

Bari, debutta il consiglio comunale con la seduta di insediamento

 
Francesco Petruzzelli

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Francesco Petruzzelli

Bari, debutta il consiglio comunale con la seduta di insediamento

L’elezione del presidente può attendere. Alla guida dell’aula Dalfino designato Romeo Ranieri (Con), ma non sono da escludere colpi di scena. Tra i papabili ci sono Bronzini, Introna o una donna

Mercoledì 21 Agosto 2024, 09:06

10:13

BARI - L’atmosfera non è di sicuro delle migliori. Tra i mal di pancia dei delusi post giunta e qualche defezione. Non tutti i neo eletti assicureranno la presenza. Il motivo? Le tanto agognate ferie e vacanze all’estero, già programmate con largo anticipo e non potendo mai immaginare nel bel mezzo di agosto la concomitante e prima convocazione ufficiale in Aula.

Questa mattina a Bari suonerà la prima campanella per i nuovi 36 consiglieri comunali, chiamati tra i banchi per il primo Consiglio della stagione 2024-2029. Una data di sicuro irrituale – nelle scorse consiliature il primo Consiglio post Amministrative si è quasi sempre celebrato tra fine agosto e i primi di settembre – e che sembra un’accelerata dopo i circa due mesi di attesa e di limbo per la proclamazione dei consiglieri comunali.

I punti all’ordine del giorno Presidente pro tempore del Consiglio sarà Lorenzo Leonetti, il già ribattezzato «sindaco della notte» che oggi, e però di giorno, dovrà coordinare i lavori della massima assise cittadina in qualità di terzo «consigliere più anziano». Non anagraficamente, ma solo per numero di voti essendo il più suffragato nella lista più votata, il Pd, dopo Pietro Petruzzelli e la prima classificata Elisabetta Vaccarella, entrambi nel frattempo decaduti nelle scorse ore da consiglieri comunali avendo accettato le nomine ad assessori.

I lavori dell’Aula Dalfino - nelle scorse ore tirata a lucido e sottoposta alle prove tecniche di audio e suono - si apriranno con il subentro dei sette nuovi consiglieri, quelli che grazie alle nomine degli assessori sono stati ripescati dalle rispettive liste in qualità di «primi dei non eletti». Nel Pd spazio quindi a Fabio Sisto, Micaela Paparella, Maria Stefania Durante e Aldo Sanseverino, mentre nelle civiche rientrano in Consiglio i due esponenti di Decaro per Bari, Livio Sisto e Annarita La Penna, e la sola consigliera di Progetto Bari, Silvia Russo Frattasi. Una volta entrati i sette si potrà procedere con la convalida di tutti e 36 i consiglieri comunali, dopodiché si passerà al giuramento del neo sindaco Vito Leccese e alle sue comunicazioni della giunta.

Dopo aver espletato i precedenti adempimenti cadrà il numero legale - pare questo l’accordo preso dalla maggioranza - per non procedere con gli altri punti iscritti, l’elezione del presidente e del vicepresidente del Consiglio comunale. Insidiosi, soprattutto nel primo caso visto che il centrosinistra non è ancora arrivato (non c’è stato nemmeno un vertice) a individuare un nome condiviso nonostante la moral suasion, irrituale, del sindaco Leccese che un minuto dopo aver annunciato i nomi della sua giunta ha chiesto al Consiglio di scegliere Romeo Ranieri, della lista Con, come candidato alla presidenza. Una sorta di compensazione essendo Con (lista del governatore Emiliano) una delle grandi escluse dalla rosa dei dieci assessori.

E l’esternazione-indicazione bis di Leccese (già dopo il primo turno delle elezioni annunciò pubblicamente di voler dare la presidenza al suo ex sfidante Michele Laforgia) non è piaciuta ad alcuni alleati essendo la nomina del presidente, osserva qualcuno, «esclusiva prerogativa del Consiglio» ed essendoci al momento possibili altri candidati allo scranno più alto dell’Aula.

Tra i papabili il veterano Marco Bronzini del Pd, ma anche il collega Pierluigi Introna, senza dimenticare un terzo nome magari al femminile. Da qui la strategia del centrosinistra di non procedere volutamente con la prima votazione, sia per non creare false aspettative e strane alleanze nel segreto dell’urna, sia per non scoprire le proprie carte. Ma non solo.

Lo statuto prevede alla prima chiama l’elezione del presidente, con votazione segreta a maggioranza dei due terzi dei Consiglieri assegnati. In pratica servono 24 voti. E non è detto che in questa fase ci siano tutti sullo stesso nome. Nel caso di esito negativo si procede con altre due votazioni, da effettuarsi nelle due successive distinte sedute e da tenersi a distanza di non più di dieci giorni l’una dall’altra. Se poi alla terza votazione, da svolgersi comunque entro trenta giorni dalla prima, nessun candidato ottiene la maggioranza qualificata dei due terzi, si procede subito con ballottaggio fra i due candidati più suffragati nel terzo scrutinio. Calendario alla mano la fumata bianca per la presidenza arriverà nelle prime sedute di settembre. Per il ruolo di vicepresidente invece toccherà al centrodestra indicare e proporre un nome.

Potrebbe esserci qualche iniziativa in aula da parte dei due consiglieri pentastellati, Antonello Delle Fontane e Italo Carelli, che non hanno gradito, con tutta la base degli iscritti, la scelta dei vertici nazionali e regionali sul nome dell’assessore indicato a Leccese, l’educatore sociale Raffaele Diomede, neo titolare delle pesanti deleghe su Trasparenza, Legalità ed Emergenza Abitativa.

L’esternazione del duo grillino potrebbe avvenire a margine delle comunicazioni del sindaco Leccese al Consiglio sulla nomina della giunta. Ma al momento il centrosinistra non pare turbato vista la solidità dei numeri: i due consiglieri pentastellati si vanno ad aggiungere ai quattro consiglieri laforgiani che di fatto hanno puntellato la maggioranza, portandola da 22 a 28 consiglieri. All’opposizione di centrodestra invece sono andati solo otto seggi.

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