BARI - In quindici mesi il nucleo annonaria della polizia locale di Bari ha controllato 289 strutture extraricettive, come alberghi, residence, hotel, b&b, case vacanze e affittacamere, accertando 544 violazioni, prevalentemente per omessa o tardiva comunicazione dei flussi turistici a Puglia Promozione (459 contestazioni), e in nove casi è stata disposta la chiusura delle attività. È il bilancio del monitoraggio avviato dal Comune per scovare gli abusivi dei b&b e delle case vacanze e che ha già prodotto un aumento delle strutture regolarizzate. Quelle registrate sul portale regionale sono ormai 3.228, quasi il doppio di febbraio 2023 (quando erano 1.795).
Sui furbetti del turismo «fai da te» è al lavoro da alcuni mesi una vera e propria task force composta da 23 unità della polizia locale con il compito anche di fare i controlli tributari sull’imposta di soggiorno, controllare cioè l’andamento degli incassi del nuovo balzello entrato in vigore a Bari da ottobre, ma soprattutto verificare potenziali casi di evasione ed elusione. Strutture ricettive ed extraricettive che omettono di versare il dovuto o nel peggiore dei casi abusive e quindi completamente sconosciute al fisco e al Comune. Il progetto mira al contrasto dell’abusivismo di strutture ricettive non registrate e al recupero della materia imponibile e del tributo non versato, mediante il controllo di centinaia di strutture iscritte alla banca dati regionale e a PayTourist, il portale scelto dal Comune per il versamento dell’imposta da parte dei gestori delle strutture.
Il gruppo di lavoro - coordinato dal dirigente della polizia annonaria, Michele Cassano, e composto da 18 unità che effettuano i controlli sul campo e altre 4 che navigano su web e sulle banche dati per rintracciare i furbetti – ha il compito, durante i sopralluoghi, di produrre un apposito verbale e un contestuale questionario di verifica sulla corretta comunicazione degli obblighi tributari, oltre alle verifiche degli altri requisiti che le strutture extraricettive devono possedere per essere in regola. I dati raccolti vengono poi trasmessi agli uffici della Ripartizione Tributi per l’aggiornamento dei data base e le eventuali contestazioni di natura tributaria. Il progetto ha quindi l’ambizione non solo di far emergere il sommerso e l’abusivismo ma anche di far crescere le iscrizioni, anche in maniera spontanea, al portale comunale PayTourist, obbligatorio per i gestori di strutture ricettive.
E pare proprio che la strategia stia portando i suoi frutti, se si guarda all’aumento delle strutture: quelle presenti su PayTourist sono 2.907, 321 in meno di quelle iscritte al Dms, il registro regionale del turismo per il rilascio del Cis, il codice identificativo di struttura, ma il gap in poco più di un semestre si è più che dimezzato, se si pensa che a dicembre quelle presenti sul portale pugliese erano 2.608 e quelle iscritte a PayTourist 1.909, con un saldo negativo di 699, a dimostrazione che c’è stata una parziale regolarizzazione delle strutture.
Nei quindici mesi di controlli i vigili hanno verificato che le 289 strutture controllate avesse tutti i requisiti richiesti dalla normativa e per quasi ogni attività sono venute fuori almeno due violazioni: non soltanto la diffusa omessa o tardiva comunicazione dei flussi turistici a Puglia Promozione, ma anche l’omessa comunicazione dei prezzi della struttura, l’omessa pubblicizzazione del codice identificato della struttura, l’omessa presentazione della Scia per avvio attività, omessa esposizione dei prezzi in lingua straniera e l’omessa dimora dei titolari di b&b familiari, il numero di posti letto maggiore rispetto a quelli dichiarati e, non ultima, l’omessa iscrizione al portale PayTourist per l’imposta di soggiorno (sei le violazioni accertate da ottobre ad oggi).