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Trasporto disabili nel Barese, Asl e Regione Puglia dovranno risarcire i centri diurni

Trasporto disabili nel Barese, Asl e Regione Puglia dovranno risarcire i centri diurni

 
Redazione online

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Trasporto e assistenza disabili  avvio dei servizi con gravi ritardi

Consiglio di Stato: «Rinvio erogazione servizio illegittimo»

Venerdì 12 Luglio 2024, 20:31

20:32

BARI - Il Consiglio di Stato ha confermato l'illegittimità del provvedimento dell’Asl Bari di rinvio nell’erogazione del servizio di trasporto disabili presso i centri diurni della provincia di Bari e la condanna della stessa azienda sanitaria e della Regione Puglia, disposta dal Tar, a risarcire in solido tra loro i costi sostenuti nel tempo dai centri, oltre interessi legali. Lo rende noto l’avv. Paolo Gaballo, che ha assistito nei ricorsi un centro diurno di Bitonto e quattro centri diurni di Bari e Rutigliano.

Oggi è stata pubblicata «la prima decisione - aggiunge - della terza sezione del Consiglio di Stato (Presidente Corradino-relatore Fedullo) per il centro di Bitonto. Negli anni passati, l’Asl Bari, nonostante le diffide per l’attivazione del servizio di trasporto ricevute dai centri diurni, dalle associazioni di categoria ed anche dal Comune di Bari, non attivava detto servizio».
L’Asl in una nota fa rilevare che il Consiglio di Stato ha in parte accolto l’appello proposto dall’azienda sanitaria chiarendo che «il servizio di trasporto disabile ha lo stesso carattere strumentale rispetto alla prestazione sociosanitaria e, pertanto, è riconducibile ai Livelli essenziali delle prestazioni (Lea), erogabili dal Servizio Sanitario».

L’Asl, «ancora prima del contenzioso - viene osservato - si è fatta parte attiva nella ricerca di soluzioni stabili e di lungo periodo da condividere necessariamente con la Regione, sia sul piano della copertura finanziaria, sia sul piano della armonica e coerente gestione del servizio sull'intero territorio regionale».
I giudici, considerata la complessità della questione, «hanno inoltre - puntualizza la Asl - fortemente ridimensionato la quantificazione del risarcimento da corrispondere ai centri, che avrebbero gestito antieconomicamente il servizio, limitandola al solo periodo successivo alle diffide; dunque, a partire da gennaio 2023 anziché, come in precedenza definito dai giudici di primo grado, dal 2021».
La Asl, «nel rispetto della sentenza e nell’interesse degli assistiti, provvederà a definire, a breve e di concerto con le amministrazioni coinvolte, adeguate modalità e costi di remunerazione del servizio, in maniera certa ed uniforme su tutto il territorio provinciale».

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