BARI - Per anni avrebbero costretto imprenditori agricoli di Bitonto (Bari) a versare loro denaro per evitare danneggiamenti agli ulivi, con quello che la polizia ha definito, in un comunicato, «un sistema di richieste estorsive e di taglieggiamento». Se le richieste di denaro non fossero state soddisfatte, quindi, avrebbero «platealmente» danneggiato gli alberi, «utilizzando delle motoseghe, come 'risposta sanzionatoria' e 'messaggio da monito a tutti gli altri agricoltori'», si legge ancora nel comunicato.
Per questo, con le accuse di estorsione e danneggiamento in concorso, con l’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso, due guardie campestri originarie di Bitonto sono state arrestate, e sono ora in carcere, dagli agenti del commissariato di polizia della città barese.
Vittime delle loro estorsioni gli imprenditori agricoli del settore oleario che spesso, «consapevoli del fatto che le due guardie campestri vantavano legami con personaggi gravitanti nella sfera criminale locale, avrebbero subito la forza intimidatrice della quale gli stessi si sarebbero avvalsi» e non avrebbero denunciato. Le indagini sono partite dopo le denunce presentate nel corso degli anni da alcuni proprietari agricoli, che avrebbero raccontato dei danneggiamenti subiti dagli alberi e dalle piante dei propri terreni ma senza fare mai riferimento a richieste estorsive.
Gli inquirenti hanno anche scoperto come le due guardie campestri, «deputate al controllo ed alla vigilanza dei terreni presenti nelle campagne di Bitonto - prosegue il comunicato -, avrebbero anche omesso di denunciare alcuni episodi di danneggiamento di cui avrebbero avuto notizia nel corso della loro attività lavorativa, giungendo addirittura a favorire persone dedite alla commissione di furti di olive e di veicoli, perpetrati all’interno dei terreni che gli stessi avrebbero dovuto vigilare».