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Bari Pride 2024, il 29 giugno si terrà la sfilata dei diritti

 
Carmen Palma

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Carmen Palma

Il giorno del Bari Pride, ecco il piano traffico e il videomessaggio di Bruna, madrina onoraria

Aborto, Palestina e Autonomia: ecco le rivendicazioni

Giovedì 27 Giugno 2024, 20:29

BARI -  Lotta al patriarcato, aborto libero e gratuito, autodeterminazione del popolo palestinese e no all’autonomia differenziata. Sono solo alcune delle rivendicazioni del Bari Pride 2024, il corteo per i diritti LGBTQIA+ che sfilerà nel centro del capoluogo pugliese sabato 29 giugno. Niente ospiti speciali o madrina d’eccezione: è una scelta politica quella del comitato del Bari Pride, che vuole mettere al centro del corteo le soggettività queer e non lasciare che «le multinazionali occupino gli spazi di lotta, come accade nei Pride di città più grandi come Milano o Roma».

Leitmotiv di questa edizione sarà «Abitare l’orgoglio»: «Significa occupare degli spazi fisici nel mondo e lottare affinché quegli spazi siano sicuri. Tuttavia, per molti di noi proprio le nostre case rappresentano il primo luogo in cui subiamo discriminazioni, e quindi la prima e più violente oppressione fisica, religiosa ed economica alla nostra libertà di essere e di amare. Autodeterminarsi significa in primis liberarci dal giogo economico, dal controllo patriarcale delle nostre vite nella materialità dei nostri bisogni. I diritti civili sono anche diritti sociali, le due cose coincidono e non possono essere separate».

L’anno scorso furono in 20mila a sfilare per il Bari Pride, che sabato inizierà da Piazza Umberto («Uno spazio profondamente legato alla storia LGBTQ barese, abitato da persone in transito e razzializzate») e proseguirà verso via De Rossi, Corso Vittorio Emanuele, Lungomare Araldo di Corallanza, Piazza Amedeo Diaz e poi da lì farà ritorno al punto di partenza. Partenza prevista alle ore 15.00.
«Siamo molto soddisfatti del risultato delle ultime elezioni - hanno dichiarato i ragazzi del Comitato durante la conferenza stampa di presentazione, tenutasi ieri mattina -. Bari rimane un baluardo progressista. Speriamo di instaurare un dialogo con la nuova amministrazione».

L’evento gode del patrocinio del Comune di Bari, dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e del supporto di Peroni: «Abbiamo accettato una loro donazione e saranno presenti al corteo con una delegazione di operai volontari. Siamo molto attenti al tema delle aziende negli spazi queer: prima di accettare il loro aiuto, ci siamo accertati che i dipendenti lavorino in condizioni dignitose».

Parte dei proventi dell’iniziativa (tra donazioni e vendita dei gadget) sarà donato all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente: «Dinanzi al genocidio al quale stiamo assistendo nella Striscia di Gaza, rivendichiamo il riconoscimento dello Stato di Palestina e rifiutiamo la strumentalizzazione dei diritti LGBTQIA+ da parte dello Stato di Israele come mezzo di propaganda per giustificare la legittimità del massacro dei civili. Chiediamo al governo e a tutte le istituzioni di non rendersi complici di ciò».

La battaglia politica del Bari Pride tocca anche il tema dell’autonomia differenziata, «che intende dividere definitivamente il Nord dal Sud Italia, allargare e cristallizzare ulteriormente la forbice delle disuguaglianze». E poi: leggi contro l’omolesbobitransfobia e l’abilismo, salute sessuale, laicità e fine vita, carceri, ambiente, migrazioni e salute mentale. «Attraverso l’azione collettiva e l’alleanza tra corpi marginalizzati, discriminati e oppressi, possiamo sfidare le strutture di potere che perpetuano l’oppressione e costruire il mondo che vogliamo».

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